In Vaticano si torna a parlare di pedofilia e abusi su minori. Dopo i numerosi casi scoppiati al riguardo, che hanno fatto scalpore, l’argomento ritorna in un’assemblea della Conferenza episcopale italiana.
Si parla nuovamente di pedofilia tra le mura vaticane. Il summit di qualche mese fa aveva avuto come argomento gli abusi da parte di molti rappresentanti della Chiesa, tema che ritorna all’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, partita oggi e che si protrarrà fino a giovedì. L’Aula del Sinodo, in Vaticano, accoglierà i vescovi con l’obiettivo di approvare nuove linee guida nella gestione dei casi di abusi, ridefinendo molteplici aspetti della legislazione canonica universale esistente al riguardo. Dall’obbligo di segnalazione del fatto da parte dei vertici, alla tutela di chi ha denunciato, alla necessità di una maggiore cooperazione con le autorità, al contrasto di ogni copertura: questi i temi del summit che sarà aperto, questo pomeriggio, da Papa Francesco intorno alle 16.30. C’è urgenza, in Vaticano, di assicurare trasparenza, specie dopo quanto accaduto all’elemosiniere Krajewski.
Si vocifera che Bergoglio possa chiedere all’episcopato di tradurre in opere il suo discorso al Convegno ecclesiale del 2015, a Firenze, incentrato sulla sinodalità che dovrebbe rappresentare lo “stile della Chiesa“. Si potrebbe anche decidere di tagliare il numero delle diocesi, argomento su cui la Chiesa ha più volte discusso. Domani sarà il turno del presidente, il Cardinale Gualtiero Bassetti, e si affronterà anche il tema delle elezioni europee e la linea in tema migranti, come riportato dall’Agi, tenuta dal governo giallo-verde, su cui molti esponenti dell’episcopato e lo stesso Bergoglio si oppongono da tempo.E se Bassetti pare aver espresso, più volte, giudizi severi sulla politica, sembra che molti, in Vaticano, stiano seguendo la linea sovranista. Si parlerà anche della missionarietà; della pace nel Mediterraneo e dell’utilizzo dei simboli religiosi nei comizi.
Su quest’ultimo punto, si è già espresso il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, che ha criticato l’esposizione di un rosario da parte di Salvini durante un comizio, a Milano. “Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un Ministro sempre più arrogante. Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore”, ha detto il vescovo. Come se, appunto, la politica abbia qualcosa a che fare con il dirsi cristiani.
Tema principale e scottante resta comunque quello della pedofilia. Si discuterà di una nuova guida anti-abusi, che comprende anche l’obbligo, per un vescovo, di denunciare allo Stato i casi di pedofilia dei quali sia venuto a conoscenza, per combattere l’omertà che spesso è prerogativa dei vescovi. C’è chi sostiene, basandosi sull’ordinamento giuridico italiano, che i vescovi non siano pubblici ufficiali, di conseguenza non obbligati a comunicare notizie di reato alle autorità. Dovrebbero agire, però, per il “dovere morale di cooperare per il bene comune”. Il recente motu del Papa, se anche non fissa nessun obbligo di denuncia, impone “al chierico di segnalare all’autorità ecclesiastica superiore eventuali casi di pedofilia”. La Cei dovrà indicare modalità di denuncia e l’iter da seguire. Si prevede anche la costituzione in ogni diocesi, di uffici per la ricezione di segnalazioni, entro il 2020.
Fonte: Agi
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