Lampedusa, il sindaco ai migranti di Sea Watch: “I porti sono aperti, non credete a Salvini”

La Sea Watch 3 punta verso Licata, mentre i migranti della nave della Ong tedesca sono scesi a Lampedusa, dove sono stati accolti con striscioni ricevendo calda accoglienza.

Sea Watch, il sindaco di Lampedusa accoglie i migranti - Leggilo

“Welcome in Lampedusa“. Sono stati accolti così, come segno di benvenuto, i migranti della nave Sea Watch 3 che hanno toccato terra nell’isoletta siciliana. Ad autorizzare lo sbarco non è stato il Vicepremier Matteo Salvini ma Luigi Patronaggio, pm della Procura di Agrigento, la stessa che sembra pronta ad aprire fascicoli un giorno si e l’altro pure sul Ministro dell’Interno. Con una mossa tattica, la nave della Ong tedesca Sea Watch è stata posta sotto sequestro: per questo i 47 migranti sono scesi a Lampedusa, come riportato dall’Ansa. Questi saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per procedere con l’identificazione e le procedure necessarie. E intanto l’imbarcazione si dirigerà verso Licata nelle prossime ore.

La Sea Watch non doveva sbarcare. Siamo uno Stato di diritto e non do nessuna autorizzazione. Se qualcuno ha autorizzato deve dare spiegazioni. È lei, dottor Patronaggio, ad avere autorizzato? Caro procuratore, le chiedo se è lei che si è assunto la responsabilità degli sbarchi… Da lei, Patronaggio, sono stato accusato di sequestro di persona. Non sono simpatico a questo signore”, ha commentato Salvini, come riportato da Il Corriere della Sera. Intanto si attendono le prossime ore per capire le future mosse. Non ci vuole molto, infatti, a comprendere che se ci sarà il sequestro definitivo – con l’estromissione definitiva della nave – la scelta potrà dirsi essere stata ponderata. Se non accadrà l’inziativa si presta ad essere interpretata come un atto politico.

“Se qualche procuratore vuole sostituirsi al governo o al Parlamento si candidi …Se è stato un escamotage per far sbarcare i migranti, mi muoverei perché è favoreggiamento al traffico di esseri umani”, continua il capo del Viminale mentre a difesa di Patronaggio è sceso in campo il collega Armando Spataro dell’Associazione Nazionale Magistrati con parole di stima ed encomio. Intanto il comandante della Sea Watch 3, Arturo Centone, è stato iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. “Il sequestro probatorio”, spiega il pm di Agrigento, “è stato disposto per violazione dell’articolo 12 del testo unico dell’Immigrazione. Il mezzo navale è stato posto a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata”.

Intanto un altro sindaco si unisce a quelli ribelli e in Sicilia sembra esserci una poccata propensione per l’accoglienza. Dopo il Primo Cittadino di Palermo Leoluca Orlando, anche quello di Lampedusa, Salvatore Martello si esprime a favore dei migranti. “Ieri, per l’ennesima volta, e semmai ce ne fosse bisogno – ha detto – si è capito che i porti sono aperti e che continuano a esserci gli sbarchi di migranti in Italia”. Quasi quotidianamente sbarcano migranti a bordo di imbarcazioni, ma questi passano inosservati rispetto alla Ong sostiene il Primo Cittadino, che continua con queste parole, riportate dal Giornale di Sicilia: “bisognerebbe fare un po’ di chiarezza sui ruoli che ricopre ognuno di noi. Ormai c’è una invasione di campo tra ministeri e istituzioni, la gente non sta capendo più niente. Bisognerebbe capire chi comanda in mare, se ci sono problemi di irregolarità è a Procura. Ma la politica continua, a disinformare la gente solo per fomentare le piazze a fini elettorali”.

Sì, bisognerebbe capire, ha ragione il Sindaco: capire se i dati sul crollo della mortalità nel Mediterraneo sono veri o artefatti, capire come un braccio di ferro diplomatico come quello che andò in scena sul caso Diciotti sia finito sulle scrivanie di una Procura. E bisognerebbe comprendere se è vero che molto prima di Salvini il fenomeno della tratta delle persone e l’arricchimento sulla pelle dei disperati, che spesso finivano per morire, era un fenomeno noto e codificato. E se lo era, e non è un invenzione del Viminale, bisognerebbe capire che rimedi ha escogitato per farvi fronte chi oggi si strappa le vesti, per motivi elettorali, si direbbe.

Fonte: Ansa, Il Corriere della Sera, Il Giornale di Sicilia

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