Radio Radicale chiusa pochi giorni prima delle Elezioni Europee. È questo l’allarme lanciato da Emma Bonino, leader di +Europa.
Emma Bonino, leader di +Europa e candidata alla Presidenza della Commissione UE, ha commentato l’ormai imminente chiusura di Radio Radicale dal proprio account Twitter: “Il Governo conferma la chiusura di Radio Radicale il 21 maggio, respingendo la proposta di proroga della convenzione. Una voce critica e libera viene spenta a pochi giorni dalle Europee: una coincidenza temporale inquietante, perfettamente coerente con questi tempi cupi. Inaccettabile”.
Il Governo conferma chiusura @RadioRadicale il 21 maggio, respingendo la proposta di proroga della convenzione. Una voce critica e libera viene spenta a pochi giorni dalle europee: una coincidenza temporale inquietante, perfettamente coerente con questi tempi cupi. Inaccettabile.
— Emma Bonino (@emmabonino) May 15, 2019
La leader del partito europeista, nonché storica radicale, si oppone nuovamente alla decisione del Governo giallo-verde di far di fatto chiudere i battenti all’emittente radiofonica, con il suo no alla proroga della convenzione. Una scelta duramente criticata anche dal PD che, attraverso le dichiarazioni del senatore Dario Stefano, accusa la maggioranza di mettere in pericolo la democrazia e di censurare la libertà di informazione: “Il rinvio a dopo il 26 maggio della discussione della mozione su Radio Radicale ed ancor più le dichiarazioni di Crimi che oggi alla stampa che ribadiscono il no al rinnovo della convenzione sono insopportabili, sono un attentato alla democrazia e alla libertà perché reiterano la censura alla libertà di informazione”.
Anche l’ex Premier Matteo Renzi aveva, dopo aver accuratamente fatto i conti, consigliato all’esecutivo di risparmiare e di investire sul mantenimento della radio. Dalla parte del Governo arriva l’ennesimo blocco e alle critiche risponde Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, come riportato dall’Agi. Durante l’audizione in commissione di Vigilanza Rai, ha così spiegato: “La questione di Radio Radicale non è di competenza del dipartimento dell’Informazione e l’Editoria ma del Mise. Non posso andare a travalicare, per l’argomento specifico bisogna chiedere al ministro dello Sviluppo economico. Naturalmente sono disponibile a rispondere a domande sul tema, non mi sottraggo. Non c’è attualmente in atto alcun rinnovo della convenzione o intenzione di rinnovarla”.
“Prendiamo atto che allo stato la volontà del governo resta quella di non rinnovare la convenzione tra il Mise e la nostra emittente. Per tentare di giustificare questa decisione il sottosegretario ha descritto una realtà che non corrisponde ai dati oggettivi”, ribatte con un comunicato Radio Radicale. “Perché porre fine ad un servizio pubblico di interesse generale riconosciuto dall’ Agcom e dalla gran parte del mondo politico, accademico, della cultura, dell’informazione e dalla società civile? Quale sarà il destino degli oltre cento giornalisti, tecnici, archivisti, amministrativi, dipendenti delle società esterne che perderanno il posto di lavoro?”.
Chi potrebbe salvare Radio Radicale è il vicepremier Matteo Salvini, il quale precisa che non è “una questione politica. Io difendo la libertà di parola di tutti, anche di Radio Radicale, che è un peccato cancellare con un tratto di penna. Spazi di recupero economico ce ne sono sulla tv pubblica con cui si pagherebbero metà delle radio italiane”. Un tentativo concreto quello della Lega che proprio in serata ha depositato un emendamento al decreto crescita in sostegno di Radio Radicale, come riportato da Il Corriere della Sera. Se fosse approvato, si darebbe il via ad una proroga dal costo di tre milioni e mezzo di euro.
Fonte: Agi, Facebook Emma Bonino, Radio Radicale, Il Corriere della Sera