Open Arms è libera. Archiviata l’inchiesta a carico della Ong spagnola tra le più attive nell’attività di soccorso dei migranti fra Italia e Libia. L’inchiesta riguardava lo sbarco di 218 migranti a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il 17 marzo 2018.
Il caso di Open Arms era cominciato la mattinata del 15 marzo 2018, dopo che l’IMRCC – il centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma – era stato avvisato della presenza di alcuni gommoni in difficoltà al largo della libia, circa ad una settantina di chilometri di distanza dalle coste. Il centro aveva poi dato l’allarme ai centri di soccorso potenzialmente interessati all’attività di salvataggio. Non era intervenuta la Mare Jonio, allora. Risposero alla chiamata il centro di Tripoli e la nave di Open Arms. Quest’ultima, arrivata sul posto, aveva soccorso i migranti in difficoltà a bordo dei gommoni. La Guardia costiera italiana aveva raccomandato di consegnarli ad una nave libica in quanto gli sviluppi dell’operazione sarebbero stati gestiti dalle autorità libiche. Open Arms, basandosi sull’inesperienza e inaffidabilità della Libia, – la questione si ripropone più volte, specie dopo l’offensiva scoppiata a Tripoli – si era rifiutata di farlo. La nave aveva quindi sbarcato le persone soccorse, 218 migranti, a Pozzallo, in provincia di Ragusa.
L’indagine era stata aperta dal pubblico ministero Carmelo Zuccaro che aveva richiesto il sequestro dell’imbarcazione, rigettato il 16 aprile scorso dal gip Giovanni Giampicciolo. Pur senza mai arrivare a prove certe, Zuccaro dal 2017 indagava sui rapporti tra le Ong e i trafficanti libici. Nel caso della Open Arms, le accuse nei confronti del comandante Marc Reig Creus, e del capo missione Ana Isabel Montes Mier, erano di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. Lo stesso Zuccaro era arrivato a chiedere l’archiviazione dell’inchiesta al gip di Catania, Nunzio Sarpietro, come riportato da Adnkronos. L’Ong spagnola era stata accusata di aver salvato i migranti per “portarli in Italia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente“. I soccorritori si erano poi rifiutati di consegnare i profughi salvati a una motovedetta libica. “Nonostante la vicinanza con l’isola di Malta – si legge nelle carte dell’inchiesta – la nave proseguì la navigazione verso le coste italiane, come era sua prima intenzione“.
“Vi anticipo che nelle prossime ore ricomincerà il balletto sulle navi sequestrate”, ha commentato il Vicepremier Matteo Salvini ormai abituato ai processi, come riportato da Avvenire. Nel mentre esulta l’Ong spagnola: “Oggi è stato fatto un ulteriore passo verso la verità. Le evidenze giudiziarie che stanno emergendo in questi ultimi mesi potranno costituire un argine verso le scellerate scelte della politica europea e sapranno ricostruire con chiarezza una tragica pagina storica, quella delle migliaia di vite annegate nel Mediterraneo centrale e del silenzio dell’Europa”. Ed esulterà anche Papa Francesco, che proprio qualche giorno fa aveva commentato la vicenda dei migranti e delle navi ferme in mare.
Sono almeno otto i barconi partiti dalla Libia negli ultimi tre giorni, e in un’intervista rilasciata il 22 marzo – quando la Open Arms era ancora bloccata nel porto di Barcellona – il vescovo di Roma si era scagliato contro il fermo operato nei confronti della nave della Ong spagnola. “Tenere ferma la nave è un’ingiustizia. Perché lo fanno? Per farli annegare?”. Lo stop della Open Arms ha impedito il salvataggio di vite umane, sostiene Bergoglio, e di questo è finito sotto accusa il governo italiano, reo di ostacolare le attività di salvataggio e di approdo dei migranti, mettendo a repentaglio la vita dei naufraghi e dei soccorritori.
Fonti: Adnkronos, Avvenire
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