Massimo Teodori, ex dirigente del Partito radicale, con una lunga carriera come storico, docente universitario, scrittore, ha commentato quando accaduto in via Santa croce in Gerusalemme.
“Un atto di disobbedienza civile“, così si è espresso Massimo Teodori sul gesto dell’elemosiniere del Papa di riallacciare la luce agli inquilini dello stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme, nella Capitale, violando i sigilli e prendendo, per ora, una denuncia da parte di Acea. L’azione di Konrad Krajewski, ben accetta da alcuni esponenti del Vaticano – anche se per ora non sono giunte voci di conferma né di smentita -, lo è stata un po’ meno da parte delle istituzioni. Matteo Salvini in primis, che si è chiesto chi si farà carico, adesso, dei 300.000 euro di arretrati che gravano sugli occupanti morosi. A commentare negativamente la faccenda è intervenuto anche l’ex magistrato Carlo Nordio. Non a torto, quest’ultimo ha fatto notare come l’iniziativa del cardinale abbia risposto a criteri morali che non combaciano con le legittimità giuridiche.
L’ex parlamentare Teodori non si è discostato molto da quanto detto da Nordio: “Si tratta di una disobbedienza civile, moralmente comprensibile ma civilmente deviante, molto pericolosa. Perché non serve a risolvere il problema, sollecita gesti illegali che possono divenire pericolosi e violenti. Chiunque potrebbe dire… l’ha fatto il Cardinale perché non posso farlo io?”. Ancora, fa notare il radicale, il caso è ancora più grave perché l’elemosiniere è un ecclesiastico di uno Stato estero vincolato da un trattato internazionale, i Patti Lateranensi, che sono stati violati. “Il Concordato, a mio parere illiberale, implica che alla Gerarchia Ecclesiastica sia vietato di intromettersi nella vita politica e amministrativa dello Stato italiano, così come i pubblici ufficiali italiani non possono intromettersi negli affari religioni”, prosegue Teodori.
In questo caso, il rapporto è stato violato. Il gesto dell’elemosiniere ha riaperto infatti il conflitto tra Stato e Chiesa, laddove quest’ultima ha oltrepassato il limite, intromettendosi nella politica pubblica che tocca invece agli organi statali competenti. E se c’è chi parla di un gesto importante mirato a riaccendere il problema dell’emergenza abitativa, di fatto “la giustizia dello Stato costituzionale dovrà prendere tutti i provvedimenti previsti dal codice civile e penale nei confronti del prelato, che non ha cittadinanza italiana”.
Lo Stato del Vaticano dovrà ora concedere l’autorizzazione a procedere, come prevede il Concordato, e farsi logicamente carico del pagamento delle bollette arretrate. “Mi sembra ovvio, il minimo. Sicuramente lo Ior, la Banca Vaticana, non va in fallimento“, prosegue Teodori a Radio Radicale. “L’episodio è grave perché è un reato, previsto dal codice penale con conseguenze dal lato civilistico. Ma è anche una violazione del concordato. Il Vaticano deve consentire che un cardinale venga portato nella giustizia italiana, e poi sarà la giustizia a decidere. I reati vanno risolti con la legge senza eccezione alcuna. La problematica sociale va affrontata con una politica meno declamatoria e più concreta”.
Quanto alla reazione dei politici, secondo Teodori: “Sono reazioni strumentali, sia per ignoranza sia per quelli che sono i rapporti tra Stato e Stato, Chiesa e Stato. Sono di una volgarità dozzinale, la mia opinione invece è in punta di piedi”. E infine, esclude eventuali responsabilità del Vaticano nel gesto del cardinale: “Ci interessa poco, il problema è il ruolo ricoperto dall’elemosiniere, ha una gerarchia, un ruolo preciso. Se ha agito per testa sua o per ordini dall’alto è relativo”. Il concordato, per cui tanto si sono battuti i Radicali, sembra essere stato dimenticato. Questo, alla fine, è il rammarico del professor Massimo Teodori.
Fonte: Radio Radicale
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