Dietro lo stabile occupato in via Santa Croce di Gerusalemme, un giro di soldi, discoteche ed alcol. I fatti risalgono al 2013.
Il cardinale ed elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, ha riattaccato la luce nel palazzo di Via Santa Croce in Gerusalemme, nel centro di Roma, occupato da 450 persone che avevano un debito di circa 300.000 euro con la società che gestisce l’energia elettrica, come riportato da Il Corriere della Sera. E se il gesto non è passato inosservato, ci si chiede anche come ci sia arrivati a quel punto di disagio e invivibilità. La faccenda risale al 12 ottobre 2013, quando Action – che controlla la maggioranza delle principali occupazioni – decide di protestare contro la carenza di alloggi.Ci sono presidi a via Curtatone, dove si insediano 200 famiglie. Blitz a Cinecittà. Poi a Tor Sapienza. Una settimana di riappropriazione degli stabili abbandonati. Allora era Sindaco Ignazio Marino ma la situazione è sfuggita di mano.
“A quel gruppetto di occupanti si unirà Andrea Alzetta, capo indiscusso degli occupanti romani di professione, con alle spalle una condanna e un numero imprecisato di denunce. Ed è lui a presentarsi in quel palazzo, già sede Inpdap“, ricorda Il Giornale, per riappropriarsi di quello stabile. 8 piani complessivi e due interrati, quasi 17 mila metri quadrati, valore di mercato 50 milioni di euro. “All’interno ci sono due guardie giurate. Neanche i vigilantes armati scoraggiano il blitz: viene forzato il cancello esterno, un agente viene invitato ad uscire fuori, mentre l’altro viene tenuto in ostaggio”.
All’arrivo delle Forze dell’ordine, davanti allo stabile ci sono già 200 potenziali inquilini abusivi, tra cui molte mamme e bambini, come riportato da La Stampa. La Investire Sgr, che gestisce il Fondo Immobili Pubblici, vede cosi naufragare la trattativa per la vendita del palazzo che era già in atto: l’obiettivo era quello di realizzarvi un hotel, che avrebbe dato lavoro a 150 famiglie. Ma quel 12 ottobre è l’inizio dell’illegalità, illegalità che, fa notare Carlo Nordio, è stata portata avanti dall’elemosiniere di Papa Francesco. Un’illegalità mascherata da emergenza abitativa, la stessa che invade Torre Maura e Casal Bruciato.
Il numero degli inquilini aumenta fino ad arrivare ai 450 attuali. Ognuno deve ad Action una quota di affitto. Ma negli anni i fatti che si legano allo stabile non lasciano presagire nulla di buono. Nel gennaio del 2015 un nigeriano viene trovato morto; l’anno dopo, a marzo, un marocchino si toglie la vita. Dietro l’immobile, però, ruota l’attività di Spin Time Labs, l’associazione di attivisti che gestisce i momenti ludici dello stabile, come riportato da Il Messaggero. “Musica, birra, trattoria, falegnameria, persino cinema, ma, soprattutto, una discoteca. Ogni weekend vengono organizzate serate con ingresso a pagamento: ci sono le feste delle scuole superiori, djset con artisti stranieri, alcol a prezzi bassi, il “fumo” si trova facilmente”. Un business in piena regola. Insomma, l’attività degli inquilini sembra essere tutt’altro che in regola. E, come ogni cosa, chi agisce in nome di una buona morale prima o poi naufraga in senso opposto.
Fonti: La Stampa, Il Messaggero, Il Corriere della Sera, Il Giornale
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