La Mare Jonio è sbarcata a Lampedusa. L’imbarcazione, del progetto Mediterranea, aveva a bordo 30 migranti, tra cui anche due donne incinte e diversi minori, dei quali una bambina di un anno.
La nave Mare Jonio del progetto Mediterranea, dopo aver chiesto ed effettuato lo sbarco a Lampedusa di 30 immigrati, tra cui donne incinte e minori, è stata posta sotto sequestro. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il provvedimento è stato notificato a tutto l’equipaggio. Non si tratta di per sé di una procedura nuova, visto che precedentemente era stata appilcata ad altre imbarcazioni delle Ong che operano nel Mar Mediterraneo.
Si era successivamente diffusa la notizia di una possibile indagine a carico dei membri dell’equipaggio della Mare Jonio. Ma è giunta una smentita in merito. La Repubblica ha infatti riportato come l’equipaggio non sarebbe mai stato iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura di Agrigento per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La notizia sarebbe giunta dagli stessi pm agrigentini.
La Procura siciliana dovrebbe dunque ancora formulare un’ipotesi di reato, oltre che dire la sua entro la giornata di lunedì sul sequestro della nave, effettuato su indicazione del Ministero dell’Interno. Un’operazione che si è resa necessaria, come in altri casi analoghi, per accertare quello che è successo e in che modo si è operato il salvataggio in mare delle 30 persone giunte a Lampedusa. L’equipaggio, dal canto suo, ha fatto sapere che sarebbe disposto a collaborare e a fornire tutte le informazioni necessarie alle autorità giudiziarie.
Dall proprio account Twitter, Mediterranea Saving Humans ha pubblicato il seguente messaggio: “Ci accusano di non aver contattato le ‘autorità’ libiche e di non aver riportato 30 persone in un paese in guerra, sotto le bombe. Se per loro è un’accusa per noi è una medaglia”, proseguendo, poi, sui migranti salvati ieri in mare: “Con il sostegno di tutte e tutti voi abbiamo salvato 30 persone dalla guerra e dalla prigionia. Ci salviamo tutti insieme”.
Ci accusano di non aver contattato le 'autorità' libiche e di non aver riportato 30 persone in un paese in guerra, sotto le bombe. Se per loro è un'accusa per noi è una medaglia. #SavingHumans #FreeMareJonio #Libia
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) May 11, 2019
Fonti: La Repubblica, Twitter Mediterranea Saving Humans