L’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, ha riattaccato la luce in uno stabile occupato a Roma, dove era stata staccata in quanto morosi.
L’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, è intervenuto in un palazzo occupato a Roma riattivando la luce, disattivata in quanto gli occupanti erano stati morosi per molti mesi. Il Cardinale ha quindi tolto i sigilli dal contatore, riaccendendo la luce nello stabile occupato da 450 persone, in via di Santa Croce in Gerusalemme, in un palazzo ex Inpdap, come riportato dall’Ansa. Nonostante questo, le bollette non risultano ancora pagate e gli occupanti restano dunque morosi. Già nella giornata di ieri Krajewski si era recato nel palazzo portando regali e cibo.
Konrad ha risposto al grido disperato d’aiuto lanciato dagli inquilini, rimasti senza luce né acqua calda dal 6 maggio scorso. Dopo aver visto con i propri occhi la situazione del palazzo, occupato dal 2013, l’elemosiniere ha provveduto personalmente a riallacciare la corrente, di ritorno da una missione a Lesbo, in Grecia, dove era stato mandato dal Papa per portare solidarietà ai profughi. Rientrato a Roma, ha letto il comunicato degli attivisti Spin Time Labs, che gestiscono le attività dello stabile: un’osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove, un punto di ritrovo per i giovani. “Siamo senza acqua e luce da tre giorni. Qui vivono 420 persone, tra cui 98 minorenni, e ci sono 25 realtà culturali. Ma non sarà il buio a fermarci. Questo è un appello alla città di Roma”, si legge nell’appello. Appello a cui il cardinale non ha esitato a rispondere.
L’elemosiniere del Papa, dopo aver riattaccato la luce, ha dichiarato: “Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi. Non l’ho fatto perché sono ubriaco”. Dal Vaticano invece hanno commentato il gesto di Krajewski come “di umanità, è consapevole delle conseguenze”. Un nuovo gesto che farà discutere, dopo il colloquio concesso da Papa Francesco alla famiglia Rom già centro delle proteste per la casa popolare a Casal Bruciato, e i reiterati inviti del Santo Padre ad aprire i porti ed accogliere i migranti.
Non altrettanto benevole sono state le parole da parte del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale ha affermato a un comizio elettorale a Bra in provincia di Cuneo: “Conto che l’elemosiniere del Papa, intervenuto per riattaccare la corrente in un palazzo occupato di Roma, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate. Penso che voi tutti, facendo sacrifici le bollette le pagate. Se qualcuno è in grado di pagare le bollette degli italiani in difficoltà siamo felici…”.
Ovviamente stupefatto del gesto dell’elemosiniere del Papa è stato Paolo Perrini, presidente di Spin Time: “Siamo increduli, quello che è successo la scorsa notte è qualcosa di incredibile. Non possiamo altro che ringraziare il cardinale. Il cardinale, che già in passato è stato nostro ospite perché viene a prendersi cura di anziani, malati e bambini che vivono nella struttura, era arrivato nel pomeriggio di ieri, verso le 17, a bordo di un furgone carico di regali per i più piccoli. Sapeva che eravamo da tre giorni senza corrente. Appena giunto ha chiamato al telefono in prefettura e al Comune di Roma chiedendo di riattivare, entro le 20, l’energia elettrica altrimenti lo avrebbe fatto lui stesso. E così è stato. Alle 20:15 circa, il cardinale è tornato, ci ha spiegato che era competente di energia elettrica perché prima di prendere i voti, in Polonia, aveva lavorato nel settore, ha di nuovo chiamato le autorità cittadine per esplicitare il suo intento, poi si è calato nella buca dove c’è il nostro impianto di media tensione, ha attuato una serie di manovre, come si usa nel gergo tecnico, e la luce è tornata. Non so bene come abbia fatto, ma lo ha fatto”.
Fonte: Ansa