D’Alema compie gli anni e nell’occasione la Sinistra si è riunita all’Istituto Gramsci. Sposetti, Veltroni, Fassino: sono stati loro a guidare l’incontro dal sapore nostalgico per i vecchi tempi in cui la Sinistra poteva vantare almeno di essere qualcosa.
Si discute di Nicola Zingaretti, neosegretario del PD, e delle sue simpatie filosovietiche che si intravedono, neanche troppo velatamente, nel suo libro edito Feltrinelli. E intanto, in tema di Comunismo, Massimo D’Alema ha compiuto 70 anni. La cosa potrebbe scivolare come scivolano le cose più inutili, se non fosse che, per festeggiare, l’ex Primo Ministro, guida dei Democratici di Sinistra, ha chiamato i suoi ex colleghi e i suoi amici per una reunion in stile festa di liceo all’Istituto Gramsci. Così, si sono trovati a banchettare insieme Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds, ma anche i due ex segretari del partito, Walter Veltroni e Piero Fassino. C’era anche la moglie Linda, Beppe Vacca, Aldo Tortorella. Assente Giorgio Napolitano. Qualche bicchiere di vino e stuzzichino, e l’aperitivo è fatto.
D’Alema, forse per la nostalgia dell’età, ha volto uno sguardo al passato definendosi “profondamente sentimentale” e ricordando quella cara sinistra, quel caro comunismo, di cui si è fatto interprete e portavoce nel corso di tutta la sua vita, come riportato da Repubblica. “Chi vuole restaurare il Comunismo è senza cervello, ma chi non lo ricorda è senza cuore”, afferma. “Bisogna ripartire dalla Sinistra che si è persa, tornare a quello che siamo, ai nostri valori, soprattutto in un momento storico come questo”, continua poi D’Alema. Riferimento a Nicola Zingaretti?
Di certo il PD non vive momenti d’oro, e la rievocazione del bel tempo che fu ha in sé qualcosa di nostalgico e squisitamente antiquato. “Meriti un ringraziamento“, afferma Fassino rivolgendosi a D’Alema, “nonostante le spaccature del gruppo politico, la giornata rimane un evento per ricordare la storia della sinistra italiana. La scelta del luogo, l’Istituto Gramsci, rispecchia lo spirito delle celebrazioni, in onore di una tradizione politica che ha influenzato la carriera di tutti i presenti”. Ci si chiede invece il perché del nemico storico di D’Alema.
Veltroni ha fatto intendere di trovarsi lì per caso – ormai è in pensione da una vita -, come chi passa casualmente in un bar ed entra a prendere un caffè. “Il ritrovo non ha alcun significato politico. Si tratta semplicemente di un’ occasione per festeggiare l’ex segretario. Abbiamo una radice comune al di là delle strade che ciascuno ha preso”. La comunità della Sinistra storica si è così riunita per recuperare “pezzi di storia preziosi e l’orgoglio delle radici”. Insomma, più che una festa, sembra quasi la scena di un funerale. E del resto gli elementi per parlare di un morto ci sono tutti: il defunto, chi lo ricorda… e chi l’ha ucciso.
Fonte: La Repubblica
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