La Mare Jonio è stata posta sotto sequestro dopo un controllo della Guardia di Finanza, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Intanto, i migranti sono scesi a Lampedusa.
Sotto sequestro la Mare Jonio, l’imbarcazione ormeggiata a Lampedusa dopo aver ricevuto via libera per approdare. Questa mattina, intorno alle 8, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans si trovava a circa 12 miglia a Sud dell’isoletta ed è stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza per un controllo. Le 30 persone soccorse al largo della Libia, sono state fatte scendere sulla terraferma. Tra loro, quattro minori non accompagnati, una bambina e due donne incinte. I migranti sono di nazionalità diversa: Bangladesh, Mali, Camerun, Sudan, Nigeria, Costa d’Avorio.
Ma il motivo dell’attracco è proprio il controllo della Guardia di Finanza. Infatti, la nave è stata posta sotto sequestro con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, come era accaduto al capomissione Luca Casarini. Solo per questo il rimorchiatore è stato autorizzato a raggiungere Lampedusam come riportato dall’Ansa. Sarà la Procura di Agrigento a valutare se confermare il sequestro della nave o restituirla a Mediterranea, come era accaduto dopo l’operazione di soccorso dello scorso 19 marzo. E intanto Salvini commenta così: “Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali Mar Jonio: bloccata e sequestrata”.
La nave, quindi, non entra da libera in acque italiane, come ha ricordato il Ministro dell’Interno. “Coordinatevi con le autorità libiche”, avevano risposto dal Viminale alla richiesta della Ong Mediterranea di avere un porto sicuro. Ma la Libia è un paese in guerra e, per questo, la Jonio ha fatto rotta verso l’Italia. Entrata in acque italiane, è stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza di Lampedusa per un “controllo di polizia”, come previsto dall’ultima direttiva del Viminale. I migranti, infatti, sono considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica.
La storia della Mare Jonio di qualche mese fa si ripete, e allora il capitano della nave Luca Morrone continuò imperterrito verso Lampedusa dove poi la nave fu fatta sbarcare. Anche allora la nave venne sequestrata e fu poi restituita alla Ong. Eppure, questa volta, la presenza a bordo di don Mattia Ferrari sembrava essere una benedizione. Il sacerdote è stato una sorta di portavoce dei voleri del Vaticano e di Papa Bergoglio, da sempre schierato in prima fila nell’accoglienza dei migranti. Ma il buon vento sembra essere già sparito e il destino della nave sembra essere avverso, di nuovo. La benedizione inviata da Papa Francesco, piuttosto, ha il sapore di una maledizione.
Fonte: Ansa