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Virginia Raggi a casa dei Rom. Di Maio prende le distanze: “Prima gli italiani”

Virginia Raggi ha fatto visita alla famiglia Rom di Casal Bruciato che ha ottenuto l’alloggio popolare. Un’inziativa autonoma non concordata, quasi una provocazione verso i residenti. Un gesto, quello di Virginia Raggi, che ha fatto storcere il naso al Vicepremier Luigi Di Maio.
Dovrà rifare bene i conti chi si augurava una rottura definitiva all’interno del Governo giallo-verde. Nonostante diversi episodi abbiano minato la serenità dell’alleanza Lega-M5S, le scaramucce si sono di volta in volta risolte scendendo a compromessi. In ultimo, l’estromissione del sottosegretario leghista Armando Siri – che ha messo d’accordo Conte e Di Maio, ma non Salvini – aveva fatto preannunciare, a molti, una crisi imminente. Come molti avevano previsto il leghista ha ingoiato il rospo e deciso di passare avanti, rilanciando su questioni più urgenti come la “flat tax”. Le ipotesi di una rottura tra i due Vicepremier sono solo immaginarie, al momento. E intanto avanza, con maggiore frequenza, l’idea che i problemi urgenti e reali siano proprio all’interno del M5S visto che, due delle figure più emergenti del Movimento – Virgina Raggi e Luigi Di Maio – sono ai ferri corti.
Il Primo Cittadino di Roma ha fatto visita agli Omerovic, la famiglia rom che ha ottenuto, a Casal Bruciato, la casa popolare di circa 100m2 al secondo piano del palazzo in via Sebastiano Satta 20. Virgina Raggi è rimasta circa un’ora e mezza all’interno dell’abitazione, ha fatto conoscere tra di loro gli inquilini del palazzo. Ha cercato di confortare la famiglia di nomadi dalle paure e dai timori che vivono quotidianamente dopo la rivolta dei residenti della zona. Quel tempo trascorso in casa con Imer Omerovic e alcuni dei suoi figli, però, sarebbe stato tempo prezioso da utilizzare per dialogare con chi, fuori da quella casa, da giorni ha avviato una nuova protesta. Tempo in cui il Sindaco di Roma avrebbe potuto cercare di capire e comprendere le esigenze dei cittadini, dei romani, di coloro che l’hanno votata aprendole le porte del Campidoglio, per intenderci. Ma lei, sorda e cieca, ha voltato la faccia a tutti coloro a cui deve qualcosa, e invece di dialogare con loro ha scambiato quattro chiacchiere con la famiglia Rom. E gli insulti che ha ricevuto, all’uscita dalla palazzina, scortata dagli agenti, non sono certo giustificabili ma indicano da che lato pende la bilancia e l’opinione pubblica. Diciamo che, se si andasse al voto oggi per eleggere il Sindaco di Roma, la Raggi non starebbe neanche in lista.

Vriginia Raggi ai ferri corti con Luigi Di Maio

E a guardare all’interno del partito di cui si fa portavoce, le cose non vanno meglio. La reazione stizzita del Vicepremier Luigi Di Maio dice moltissimo al riguardo. “Prima si aiutano i romani, gli italiani, e poi gli altri”, ha detto il pentastellato seguito ovviamente dal nemico-amico leghista, come riportato da La Stampa. E se neanche il leader del M5S si trova d’accordo con quanto fatto da chi ha in mano le redini del controllo della Capitale, la Raggi non ha più davvero speranze. Almeno, non all’interno delle stelle. Potrebbe trovare appoggio – e forse, chissà, future alleanze – nel PD, visti i suoi ottimi rapporti con il Primo Cittadino di Milano Beppe Sala – che sulla questione dei Rom avrebbe fatto lo stesso – ma anche con Nicola Zingaretti, che in più occasioni ha mostrato sostegno all’azione della Raggi.

Ma, tornando a Di Maio, quest’ultimo si è mostrato irritato anche per la tempistica: la Raggi ha incontrato gli Omerovic in un giorno delicato per il Governo, quando si discuteva sul caso Siri. Per questo Di Maio ne prende le distanze, la lascia sola e la sconfessa. Era accaduto anche per la faccenda “Salva-Raggi per cui – per volere o per errore di calcolo – Di Maio ha fatto in modo che la grillina restasse sola e sconsolata a pagare i suoi debiti, non presentandosi al Cdm. Insomma, il Vicepremier pentastellato dovrebbe essere il principale sponsor di Virginia Raggi, e la Raggi dovrebbe essere una figlia del primo, o comunque un suo prodotto. E invece la romana delude tutte le aspettative. Da un lato, i problemi la strozzano fin sopra il collo e gestire una Capitale non deve essere semplice, specie non ne hai competenza, forza, e tenacia. Dall’altro, è anche vero che Di Maio comincia a muoversi, su alcune faccende, in direzione contraria a quella del suo partito. Per questo, se il M5S dovesse arrivare ad una rottura, visto che manca di unità e di coesione, i due pentastellati potrebbero scegliere altre alleanze. Sala ha la porta aperta per Virginia, e chissà anche che l’influenza di Salvini non stia dando i suoi buoni frutti per il pentastellato. E, nel mentre, la Raggi produce mele marce che Di Maio non vuole più raccogliere.

Chiara Feleppa

Fonte: La Stampa

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Chiara Feleppa

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