Attilio Fontana, hanno provato a corromperlo: ed ora è indagato per abuso d’ufficio

Attilio Fontana indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta sulle tangenti. Il leghista risulta al contempo parte offesa per un tentativo di corruzione.

Attilio Fondata indagato - Leggilo

L’accusa di abuso d’ufficio è ricaduta qualche settimana fa sul Primo Cittadino di Roma Virginia Raggi, e ora lo stesso destino sembra toccare ad Attilio Fontana, anche se con circostanze totalmente diverse. Il Governatore della Regione Lombardia è infatti accusato d’abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti, dopo varie indiscrezioni ed ipotesi sul suo conto. Il leghista, che presto sarà ascoltato dai Pm di turno, è stato per ora iscritto nel registro degli indagati per ever tentato di ricollocare il suo socio di Studio Luca Marsico al Pirellone – sede del consiglio Regionale della Lombardia – trovando per lui una sistemazione lavorativa idonea.

Secondo quanto emerge fino ad ora, sarebbe stato Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e condannato per concussione nel 2017, a proporre a Fontana di nominare come direttore della Formazione della regione l’attuale direttore generale di AFOL Metropolitana, una grande agenzia che si occupa di formazione e lavoro a Milano. In cambio, AFOL avrebbe assegnato consulenze a Marsico dal valore di 80-90mila euro l’anno. In questo caso, Attilio Fontana risulta parte offesa in un tentativo di istigazione alla corruzione, per aver declinato la proposta, pur senza denunciarla. Sull’episodio si è espresso il Vicepremier Matteo Salvini: “Sono orgoglioso di lui” a detto.

Successivamente, però, Attilio Fontana pare aver proposto alla Giunta Regionale di nominare Marsico tra i membri esterni di un “Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici”. Un incarico di non poco conto, di circa 11.500 euro l’anno e 180 euro a seduta. Per questo, nell’ambito della stessa inchiesta, il leghista è stato indagato parallelamente per abuso d’ufficio, come riportato da Il Sole 24 Ore. Secondo la tesi dei pm, facendo nominare con una delibera Luca Marsico al Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione, Fontana avrebbe violato il principio di imparzialità, perché quella collocazione non poteva delinearsi con una nomina ‘fiduciaria’. Per i pm si trattava di un incarico disposto per un avviso pubblico e a cui avevano partecipato una sessantina di persone. Pare anche che, nei giorni scorsi, Fontana si sia presentato a sorpresa in Procura per verificare se ci fossero eventuali procedimenti giudiziari all’orizzonte. Il Governatore è stato convocato per un interrogatorio lunedì prossimo, il 13 maggio, dai pm milanesi. La data è indicata nell’avviso a comparire che il governatore ha ricevuto alle 13.45 di oggi unitamente all’informazione di garanzia.

L’inchiesta coinvolge Attilio Fontana

L’inchiesta ha portato ad arresti e misure cautelari per circa 43 persone, tra amministratori e imprenditori lombardi. L’inchiesta segue diversi filoni ed ipotizza vari giri di tangenti a livello regionale, come riportato da TgCom. Arrestato anche Pietro Tatarella, consigliere comunale di Milano e candidato di Forza Italia alle elezioni europee; e Fabio Altitonante, sottosegretario alla Rigenerazione e Sviluppo area Expo della Regione Lombardia. I due sono accusati di aver ricevuto compensi – circa 5.000 euro al mese per il primo sotto dicitura di false consulenze – dall’imprenditore Daniele D’Alfonso – a cui è contestata l’aggravante mafiosa per alcuni legami con un clan della ‘ndrangheta attivo a Milano in cambio della cessione di vari appalti per la gestione dei rifiuti, manutenzione di tombini ed aree urbane.

Coinvolti anche Franco Zinna e Maria Rosaria Coccia, rispettivamente dirigente e geometra del settore Urbanistica al Comune a Milano, indagati per abuso d’ufficio per aver agevolato una pratica per la ristrutturazione di una villetta di Altitonante. Accusato di turbativa d’asta e corruzione Mauro De Cillis, responsabile operativo dell’Amsa, l’azienda che si occupa dei rifiuti a Milano, per aver ricevuto una presunta tangente da 100mila euro da D’Alfonso. Diego Sozzani, deputato di FI, è invece accusato di finanziamento illecito ai partiti.
Fonti: Il Sole 24 Ore, TgCom
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