Chiara Appendino passa alle denunce. Continuano le polemiche sulla casa editrice Altaforte, presente al Salone del Libro di Torino. A far discutere è il fatto che questa sia guidata Francesco Polacchi, coordinatore lombardo di CasaPound, da sempre dichiaratosi fascista.
Sono passati appena due giorni dall’inaugurazione della 32esima edizione del Salone Del Libro di Torino e le polemiche non sembrano arrestarsi. Il Primo Cittadino Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino hanno infatti deciso di presentare un esposto in Procura per tentare di escludere dalla kermesse la casa editrice Altaforte, guidata da Francesco Polacchi, coordinatore di CasaPound dichiaratamente fascista. Stando a quanto affermano le due istituzioni, Altaforte violerebbe la legge Mancino, che condanna gesti, azioni e slogan che seguano l’ideologia nazifascista, come riportato da Adnkronos.
Appendino e Chiamparino richiedono di rilevare “se sussistano i presupposti per rilevare il reato di apologia di fascismo” e, di conseguenza, “di punire pubblicamente chi esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche”. La pentastellata si dice infatti convinta che la forma più radicale dell’intolleranza vada contrastata con le armi della democrazia e dello Stato di Diritto, come ha scritto sul suo profilo Facebook. “Alla luce delle dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche dal signor Francesco Polacchi”, si legge nell’esposto, “riteniamo che il rappresentante della casa editrice Altaforte e la sua attività professionale nel campo dell’editoria siano estranee allo spirito del Salone del libro”. Nelle dichiarazioni di Polacchi, poi, sarebbero state violate le leggi dello Stato.
Per il M5S di Torino, l’evento è occasione di incontro dove si celebra tolleranza e resistenza alle derive neofasciste e autoritarie. “Deve essere il momento pubblico dove dare battaglia con la forza delle parole e delle argomentazioni. Ma può esserlo ad una sola condizione: l’esclusione di Altaforte e di Polacchi“, continua il documento.
Salvini: “Idee diverse, è cultura”
Di parere del tutto opposto è invece il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, come riportato da Agi. “Non ho in programma una visita a Torino, non fatemi fare anche l’organizzatore di saloni di libri: ritengo che la cultura sia sempre cultura da qualunque parte venga”, commenta il Vicepremier. “Se ci sono idee diverse, è anche bello il confronto ma non organizzo io, non allestisco io, fatemi fare il ministro dell’Interno non della Cultura”. La pensa allo stesso modo, come riportato dall’Ansa, il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli: “Il Salone del libro di Torino deve essere, come ogni salone del libro, un luogo di democrazia. I libri sono idee e quindi il fatto di poter offrire in modo più ampio possibile le idee penso che sia una cosa positiva”.
Il prefetto di Torino Claudio Palomba, riguardo la questione sicurezza – elemento d’allarme che potrebbe minare la serenità dell’evento – spera che non ci siano problemi di ordine pubblico. “Mi auguro che, al di là delle posizioni di ognuno, ci si possa godere la filosofia del Salone del Libro: un momento di confronto sotto il profilo culturale. Mi auguro che il libro diventi il punto principale della kermesse e che non venga offuscato da altre questioni”.
Fonti: Adnkronos, Ansa, Agi