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Estera

Salvini incontra Orban: un muro di filo spinato per difendere le frontiere dai migranti

Incontro in Ungheria tra Matteo Salvini e Viktor Orbán, Primo ministro ungherese dal 2010. I due sovranisti hanno discusso sulla “nuova Europa” che proteggerà le sue frontiere esterne dai migranti. Zero ingressi e incremento dei rimpatri sono le parole d’ordine dei leader. 

Ieri il Ministro dell’interno Matteo Salvini è giunto in Ungheria, raggiungendo in elicottero, verso mezzogiorno, il collega Sándor Pintér, Ministro dell’interno ungherese, e il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán. Tra i due sembra esserci del feeling, tanto che il leader ungherese ha osato spesso dire che Salvini avrebbe potuto vincere le elezioni in Ungheria. L’incontro tra i sovranisti, dal sapore squisitamente politico ed elettorale, ha ribadito l’obiettivo, per entrambi, di “costruire un’Europa diversa, un futuro nuovo che controlli i confini, protegga la sicurezza, rilanci il lavoro, la famiglia e l’identità cristiana del nostro continente“. Per far questo, entrambi sono impegnati nella lotta all’immigrazione clandestina e hanno come obiettivo futuro un progetto di riforma per la politica migratoria europea.

Da questo presupposto, si spiega la vista al “muro anti migranti“, costruito a Roeszke, il paese al confine con la Serbia. Così, spiega Orban, “l’Ungheria difende le frontiere contrastando l’immigrazione clandestina”. “Mi complimento per come in poco tempo, in modo rapido e incisivo, l’Ungheria ha presidiato 600 chilometri di confini chiudendoli”, ha commentato Salvini. Felice di vedere con i miei occhi con quanta efficacia il suo governo contrasti l’immigrazione clandestina. In Italia, in Ungheria e in Europa si entra solo con il permesso“. L’integrazione è infatti possibile, secondo i due, solo e se l’immigrazione è sotto controllo, come riportato da Il Sole 24 Ore. Per questo, “Italia e Ungheria riconoscono diritti veri ai profughi veri e impediscono l’ingresso a chi vuole portare la guerra in Europa“, continua Salvini. 

Il piano migratorio

Nel pomeriggio, durante la conferenza stampa finale, sono state delineate le future mosse in campo di politiche migratorie. Si avvicinano infatti le elezioni del prossimo 26 maggio. L’idea dei due Paesi è quella di trasportare a Bruxelles quanto fatto da Roma in mare – con i porti chiusi – e da Budapest via terra – con il filo spinato. Le due Capitali guardano all’Europa di domani speranzosi che la linea comune dell’UE possa modificarsi.  In realtà, la gestione dei migranti diviene un problema solo se i migranti ci sono. Abbattendo drasticamente gli ingressi in Europa, non ci sarebbe più bisogno di redistribuirli. Il problema non è quindi redistribuire i migranti, ma impedire che ne arrivino altri. 

Salvini e Orban condividono posizioni identiche, basate sulla “necessità di proteggere le frontiere europee e bloccare il traffico di esseri umani”. Altro obiettivo, quello di ridurre il numero di clandestini, attraverso i rimpatri. Ma, essendo pochi i Paesi fuori dall’Unione europea che si mostrano disponibili a riprendere i propri concittadini, l’ambizione non è così facile da attuare. L’idea del premier ungherese e del leghista è dunque quella di “rivedere gli accordi commerciali e finanziari con chi non agevola i rimpatri dei connazionali”. In sostanza, fare pressione economica su chi non cede. 

L’ultimo obiettivo comune ai due leader è quello di individuare “luoghi di transito e identificazione fuori dalle frontiere Ue” per i migranti che tentano di entrare nell’Unione europea. Progetti che hanno un unico scopo: costruire un’ Europa sicura, di pace, identità, lavoro e famiglia“. Un’Europa diversa da quella prospettata da Romano Prodi, di sicuro, che aveva anche fatto progetti al riguardo.

Alleanza Ppe e sovranisti

Solo il voto darà certezze. Intanto Salvini ha già aperto uno spiraglio: “Spero che le elezioni europee vedano vincitore Orbàn perché, se fosse prevalente la sua visione nel Ppe l’alleanza sarebbe nelle cose”. In sostanza, il Vicepremier ha prospettato una futura alleanza tra il Partito popolare europeo – la famiglia politica europeista di centro e di centro-destra che raccoglie le forze moderate, cristiano-democratiche e conservatrici – e i sovranisti. Alleanza a cui la cancelliera tedesca Angela Merkel dice no senza mezzi termini. 

E ad opporsi, c’è anche l’olandese Franz Timmermans, candidato del Partito Socialista Europeo alla Presidenza della Commissione Europea: “Sono sicuro che la maggior parte degli europei voglia un’alternativa, e voglia andare avanti, voglia combattere la discriminazione, voglia l’uguaglianza fra donna e uomo, fra varie religioni e nazionalità, voglia trovare soluzioni insieme attraverso il dialogo senza insulti, e voglia che consideriamo l’economia in modo sostenibile”. Quella delle due aree – soravisti e Ppe – costituisce una visione europeista, di unità ideologica e d’azione: ma, a quanto pare, la più grande frattura sul tema migranti continua ad esistere nel Governo italiano. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, infatti, non apprezza le mosse del collega, che “si allea con quei Governi dell’est Europa che chiamavano Bruxelles per chiedere di bloccarci“.

Ma Salvini e Viktor Orbàn assicurano una rivoluzione grazie al progetto italo-ungherese, come riportato dall’Agi. Una situazione che potrebbe portare ad una frattura irreversibile all’interno delle politiche giallo-verdi. Ma manca ormai poco alla fine dei conti. E, in vista delle elezioni europee del 26 maggio, per ora possiamo solo immaginare la composizione, stando ai sondaggi: la Lega al 32, 29%, il M5s al 22,01 per cento, Pd al 21,76 per cento, Forza Italia al 9,49 e Fratelli d’Italia al 5,12 per cento.

Fonti: Twitter Matteo Salvini, Agi, Il Sole 24 Ore

Pubblicato da
Giulia D'Angelo

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