Spesso, quando nascono discorsi che sfociano in confronti generazionali, si fa riferimento all’ “educazione di un tempo”, che implica severità e disciplina. Le vecchie generazioni preferiscono tutto ciò alla “morbida educazione” di oggi. E, a tal proposito, c’è una novità nella scuola primaria: niente più note sul registro, sospensioni o espulsioni. L’educazione, ora, si basa sulla fiducia.
D’ora in poi, alla scuola primaria non potrà più essere messa in atto nessuna forma di punizione. Né note, né sospensioni, né espulsioni. L’abolizione, che ha come obiettivo instaurare un miglior rapporto di fiducia tra famiglia e scuola, è stata decisa da un ddl presentato dalla Commissione e approvato alla Camera, che riforma tra le altre cose l’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole elementari e medie, così come richiesto dal Vicepremier Matteo Salvini.
I voti a favore sono stati 451, nessuno contrario, 3 gli astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato, come riportato dall’Adnkronos. L’educazione civica, si legge nel testo del provvedimento che prescrive almeno 33 ore di studio della nuova materia dovrà sviluppare “la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sono avviate dalla scuola d’infanzia”
Il Ministro dell’Interno, a Budapest per l’incontro con Orban rilancia: “Il prossimo passo sarà, fra due settimane, il sì alla legge per le telecamere obbligatorie in asili e case di riposo“. E auspica anche il ritorno del grembiule.
Il provvedimento votato alla Camera va ad abrogare una norma del 26 aprile 1928, che faceva riferimento ad alcune misure disciplinari da mettere in campo in caso di mancanze da parte degli studenti delle scuole elementari nella fascia d’età tra i 6 ed i 10 anni: ammonizione; censura notata sul registro con comunicazione scritta ai genitori; sospensione dalla scuola; esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione; espulsione dalla scuola con la perdita dell’anno scolastico. Dunque, in previsione di questa nuova prospettiva educativa, come si giunge ad una rieducazione di comportamenti scolastici e sociali scorretti? Attraverso una maggiore collaborazione fra maestra e genitori, con un impegno e un ascolto da entrambe le parti.
Soddisfatti i presidi, tanto che il Presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ci tiene a sottolineare come le norme abrogate facciano parte di un regolamento in disuso già da un ventennio: “Questo non vuol dire che a fronte di comportamenti sbagliati non ci siano reazioni da parte della scuola – spiega Giannelli– in caso di necessità si riprende il bambino e si chiama la famiglia per concordare soluzioni da adottare”.
“Si tratta di notizie infondate“, sottolineano al contrario fonti Miur secondo cui le sanzioni “restano, ma all’interno di un quadro normativo attualizzato”, come fa notare anche l’ex Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. L’articolo 8 del disegno di legge, infatti, relativo ai rapporti tra scuola e famiglia, non fa altro che estendere anche alla scuola primaria il Patto educativo di corresponsabilità che già oggi disciplina, in maniera dettagliata e condivisa, i diritti e doveri degli studenti delle scuole secondarie nei confronti delle istituzioni scolastiche, comprese le relative sanzioni. In sostanza, viene operato un allineamento normativo in tutti gli ordini di scuola, con il superamento di alcune norme del passato.
Dopotutto, si è sempre detto come l’educazione scolastica vada di pari passo con quella domestica. Almeno, su quest’ultimo punto, potrà forse esistere un comune accordo fra le varie generazioni.
Fonte: Adnkronos