Cori contro la Polizia e Ilaria Cucchi sul palco. E’ successo al concerto del Primo Maggio, in Piazza San Giovanni a Roma. “Stefano è morto come un ultimo tra gli ultimi” Sono state le parole della sorella di Stefano che ha ricordato il giovane geometra romano, pusher, morto nel 2009 dopo un violento pestaggio all’interno di una caserma dei carabinieri, dove era stato condotto in seguito a un fermo per spaccio di droga.
Le parole dedicate dalla sorella a Stefano sembrano parole dedicate ad un santo. E come un santo, o almeno un martire dell’ingiustizia, la piazza lo ricorda mentre Ilaria indossa una maglietta con la scritta ‘sulla mia pelle, sulla pelle di tuttì”. Stefano è deceduto a 31 anni all’ospedale Pertini di Roma il 22 ottobre 2009. “Lui non era nessuno e di lui non importava niente a nessuno – ha detto Ilaria, come riportato da Il Corriere della Sera, mentre il migliaia nella piazza scandivano il nome del fratello – sentire il suo nome gridato qui in questa piazza significa che la battaglia che abbiamo portato avanti in questi anni non è stata inutile, abbiamo aperto un varco. Forse oggi abbiamo dimostrato che non bisogna mai smettere di crederci, mai smettere di indignarsi, mai cedere al pregiudizio, mai voltarsi dall’altra parte“.
Mentre parla sullo uno schermo gigante viene mostrata la foto di Ilaria in lacrime, scattata il giorno della pronuncia della sentenza che assolveva tutti gli imputati per insufficienza di prove. “Quella non era la nostra sconfitta – ha commentato Ilaria Cucchi – ma era la giustizia che ammetteva il suo fallimento. Stefano Cucchi non era caduto dalle scale ma era stato violentissimamente pestato e di quelle percosse è morto“.
“In questa storia hanno perso tutti – ha continuato la sorella di Stefano – Ma è una vicenda che umanamente ha fatto succedere qualcosa: c’è un prima e un dopo Ilaria” sono state le parole di Ambra Angiolini.
“I diritti umani non sono mai e per nessun motivo sacrificabili“, ha concluso Ilaria. Il coconduttore Lodo Guenzi ha poi citato le parole dei genitori di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto anche lui nel 2005 dopo un fermo da parte della polizia, che da Ferrara hanno mandato un messaggio: “Salutiamo con il cuore tutta la gente del Primo Maggio, diamo un abbraccio enorme a chi non si arrende per le ingiustizie“.
Fonte: Il Corriere della Sera
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…