Stop ai fondi pubblici per gli alberghi che ospitano migranti. Questo quanto stabilito da un Ddl approvato in Consiglio Regionale della Liguria.
Approvata a Genova, dal Consiglio Regionale ligure, una proposta di legge presentata dalla Lega che ha bloccato i contributi a sostegno delle imprese che hanno ospitato migranti negli ultimi tre anni, come riportato da Il Corriere della Sera. Con 16 voti favorevoli del centrodestra ed 11 contrari, del PD, M5S, Rete a Sinistra e LiberaMente, vengono esclusi dai contributi per la riqualificazione turistica quegli alberghi e quegli ostelli che hanno firmato le convenzioni del sistema Sprar, ospitando richiedenti asilo negli ultimi anni.
Una norma simile a quella di ottobre dello scorso anno che aveva già colpito il Friuli Venezia Giulia, dove vennero esclusi dal ricevere sostegno economico, ristrutturazioni, acquisto di mobilio e creazione di aree parcheggio tutte le attività che negli ultimi anni avevano messo a disposizione le proprie stanze al sistema di accoglienza diffusa. Quanto a Genova, Giovanni Lunardon, capogruppo del Partito Democratico in consiglio, ha definito la norma, come riportato da Genova 24. “nazista, vergognosa e incostituzionale“. Mentre per Giovanni Pastorino, di Rete a Sinistra, il ddl contiene “una nota di razzismo che mi preoccupa molto, un contenuto pericoloso”. Infatti, non ci sarebbe alcuna differenza tra turismo e accoglienza migranti e gli incentivi sono legati al primo caso, non al secondo.
Ma il razzismo non esiste ormai da tempo, ricorda Giovanni Toti, Presidente della Regione, che ha così commentato, come riportato dall’Ansa: “La legge dice una cosa banale: cerchiamo di destinare soldi dei cittadini allo sviluppo di un settore economico e non darli a qualcuno che, legittimamente secondo le leggi dello Stato, fa tutt’altro nella vita”. Infatti, i soldi pubblici per riqualificare il turismo e aiutare gli imprenditori possono essere utilizzati solo da chi ha un’attività che ospita turisti e che guadagna su quello. Chi fa business per ospitare migranti – un migrante, costa parecchio – rimane automaticamente escluso.
La Lega, dunque, continua a mantenere il pugno di ferro contro il business generato dall’accoglienza. Mauro Bordrin, capogruppo della Lega, aveva detto, parlando a proposito della questione del Friuli: “Se ho un hotel e sto sul mercato, il mio guadagno dipende dalla capacità di attirare clientela. Se invece ricevo fondi pubblici per ospitare migranti, ho un introito fisso perché so di avere la struttura piena per mesi: il che mi dà margini sicuri che posso reinvestire. Le realtà turistiche non hanno questa certezza: si crea una forma di concorrenza sleale”.
Che la Lega, con la sua politica interna, abbia suscitato opinioni fortemente contrastanti è ormai risaputo al punto tale che lo stesso Papa Francesco definì “creature insignificanti” coloro che votarono per Salvini. Certo è che l’orientamento manifestato dal centro-destra verso specifiche tematiche, in particolare l’immigrazione in Italia, è noto da ben prima che Salvini vincesse le elezioni; ragion per cui, agendo diversamente avrebbe peccato di incoerenza.
Fonti: Ansa, Il Corriere della Sera, Genova 24