Achille Lauro e la droga: “E’ un problema di Salvini, non mio”

Achille Lauro sarà sul palco del “concertone”, atteso come ogni anno per domani in occasione del Primo Maggio. Il cantante si è detto fiero di essere stato chiamato, ma in realtà la sua presenza non stupisce affatto. Ogni simile, in fondo, trova il suo simile.

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Achille Lauro è uno dei protagonisti del Concerto del Primo Maggio, che si terrà Roma, domani, in occasione della Festa dei lavoratori, e andrà in onda su Rai3 dalle 15.00 in poi. Lauro – la cui partecipazione al Festival di Sanremo 2019 con il brano “Rolls Royce”, considerato un inno alla droga, ha suscitato polemiche – è stato successivamente tagliato fuori dal programma “The Voice”, proprio per le critiche legate al suo personaggio e alla sua dubbia attività come trapper. Gli ultimi episodi legati al suo nome, come dei calci e degli insulti lanciati ai ragazzini che l’attendevano al concerto, non hanno di certo contribuito a riempire d’oro la sua immagine. Anzi l’hanno sporcata.

Ma Lauro è anche in grado di formulare un pensiero e per questo, in attesa dell’evento, ha detto alla stampa: “Secondo me politica e musica non devono andare a braccetto. Non parlerò quindi di Salvini o Di Maio, ma un consiglio voglio darlo ai pischelli: partire da ciò che si ama, non sprecare tempo prezioso. Non è il soldo della serata a costruire il futuro. Io a volte in tasca non avevo nemmeno venti euro, ma cercavo comunque idee musicali nuove. E’ stata una vita di sacrifici enormi”, ha detto il trapper, come riportato da Il Corriere della Sera. E visto che politica e musica non coincidono, Lauro resta coerente e subito dopo lancia un appello al Vicepremier, invitandolo a considerare la droga come un problema serio e reale: “Invece di perder tempo a vedere mostri e a chiedermi se uso stupefacenti, i critici come Matteo Salvini dovrebbero prendere coscienza che la droga esiste, è una ferita reale, ed è radicata in ambienti dove passa per un divertimento. Ai politici dico: affrontate assolutamente l’emergenza”.

Ci voleva Lauro per spingere il Governo ad interessarsi del problema droga. Ma, comunque, accettiamo il consiglio e intanto aspettiamo di vederlo cantare su uno dei palchi più prestigiosi. Un onore, per Lauro, che si stupisce di come possa godere di tanta fama per essere riuscito a calcare il palcoscenico del concertone. Invece, la cosa non crea stupore: Lauro sarà tra i suoi simili. E si troverà benissimo.

Fonte: Il Corriere della Sera

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