Il PD sembra essersi aperto alle proposte presentate da Luigi Di Maio per salvare l’Italia. Ma il pentastellato è rimasto scettico su ogni possibile confronto tra le due parti e nel mentre Zingaretti ha lanciato le sue. Forse, vorrà rimediare ai danni dei suoi predecessori.
Sembra che il PD cerchi da giorni di intrufolarsi nelle questioni di Governo, ficcando il naso tra gestioni che non li riguardano. Sono già in due al potere, però, e per i democratici non c’è spazio. Lo ha chiarito Luigi Di Maio, in un post su Facebook, per rispondere a quanto dichiarato dal capogruppo PD Graziano Delrio. Quest’ultimo si è infatti detto pronto a discutere con il Movimento sulle loro proposte sul salario minimo e sul conflitto d’interessi lanciate ieri – insieme al binomio politica-sanità, al taglio degli stipendi dei parlamentari e l’acqua pubblica – alle quali il Carroccio non ha ancora replicato. Salvini ha parlato di “temi di Governo“, ma sui tempi le priorità potrebbero non concordare.
E se l’appoggio del braccio destro è necessario, per di Maio non c’è possibilità di confronto al riguardo con il PD: “La risposta è semplice: no, grazie. Avete avuto il vostro tempo”, ha risposto a Delrio. “Il nostro appello invece è agli amici della Lega con cui condividiamo un contratto di governo. Ci auguriamo di ricevere presto una risposta. Dobbiamo portare avanti il cambiamento e dobbiamo farlo veramente!”. Il pentastellato ha ricordato come il PD abbia avuto vent’anni per occuparsi di queste due proposte e che ora se ne sta zitto sulla proposta del taglio degli stipendi dei parlamentarli, mentre ha proposto di recente una legge, firmata da Zanda, per aumentarli.
“Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa dei propri errori e dei danni causati al Paese questo è Di Maio con il suo alleato Salvini di cui si vergogna”, ha replicato Delrio, come riportato dall’Ansa. “Il Governo ha messo in ginocchio l’Italia e non ha una strategia per rimediare. Noi tifiamo per l’Italia e vogliamo che i problemi si risolvano. Per questo abbiamo sempre dialogato in Parlamento. Ma con un governo che continua sulla strada della incompetenza e dell’arroganza la strada è chiusa”. Eppure il segnale di Delrio non è stato percepito in ugual modo da tutti. C’è chi, anzi, non vuole avere nulla a che fare con Di Maio, reo di aver “prodotto recessione, crollo dell’occupazione e demonizzazione dei più fragili per seguire Salvini“. Lo ha detto l’ex Presidente Matteo Orfini, come riportato dal Tg La7: “Con queste nuove destre il Partito Democratico non può e non deve avere nulla a che fare”. Si è detto contrario anche il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che ha invitato il leader del M5S a pensare “alla batosta che ha rimediato in Sicilia” – dove sono in corso le comunali e il M5S è calato specie a Caltanissetta, con Roberto Gambino, M5S, al 20%, sconfitto dal centrodestra di Michele Giarratana, in vantaggio, con circa il 37% dei consensi.
In sostanza, il segnale di apertura tra PD e M5S su salario minimo e conflitto di interessi è diventato l’ennesima occasione di scontro tra i due partiti. Il segretario PD Nicola Zingaretti ha puntato tutto sul salario minimo. “Salvini e Di Maio hanno la stragrande maggioranza dei parlamentari, ma la loro incapacità di attuare provvedimenti concreti per lo sviluppo del Paese è impressionante. Ora è tempo di voltare pagina, di creare lavoro giusto. Per amore dell’Italia”, ha scritto su Facebook.
Anche dalla sua bocca sono arrivate 5 proposte per “salvare l’Italia e per evitare l’Italexit”. In primis, “lavoro giusto“, cioè aumento dei salari, con il taglio del cuneo fiscale sui contratti a tempo indeterminato; maggiore occupazione di donne e giovani; aumento delle indennità per i tirocini; una legge sull’equo compenso; accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali. Subito dopo, il leader mira a rilanciare gli investimenti pubblici e privati per aumentare la crescita economica e l’occupazione, attraverso il trasferimento tecnologico e il varo di un “taglia burocrazia”. Subito dopo, scuola, sanità e riduzione delle tasse.
Non è tutto: Zingaretti propone anche “il taglio dei sussidi per le attività dannose per l’ambiente, una più efficace azione di contrasto all’evasione fiscale e una revisione della spesa pubblica”. Questi i punti chiave in previsione di una riunione del PD sul “contro-Def“, prevista per il 2 maggio, come riportato dall’Agi. “L’economia è ferma, diminuisce il lavoro, aumentano le tasse e i debiti, si tagliano i servizi, crolla la fiducia”. Descrive così, il leader, la situazione in Italia con la Lega che guida e il M5S che è succube. E per questo, proprio per ricreare fiducia nel Paese, è necessario che questo esecutivo se ne vada a casa, sostiene sempre Zingaretti. “All’Italia non serve un governo dei selfie e del nulla”. Insulti e proposte di accordi: è la linea politica del PD dove come sempre non si capisce chi comanda, chi tiene l’agenda e quale strategia seguranno domani, Ius Soli e migranti a parte, perchè questo è l’unico tema che mette d’accordo tutti. Quanto al “Governo dei selfie e del nulla” la prima immagine che viene in mente è quando a Palazzo Chigi l’accento era toscano. E’ cambiato la Segreteria, ma la Babele sembra essere la stessa. Auguri
Chiara Feleppa
Fonti: Agi, Facebook Nicola Zingaretti, Tg La7, Ansa, Facebook Luigi Di Maio
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