Papa Francesco ha donato mezzo milione di dollari – l’equivalente di circa 447 mila euro – per assistere i migranti al confine tra USA e Messico. Il sito dell’Obolo di San Pietro spiega che la somma verrà distribuita tra 27 progetti di diocesi e congregazioni religiose messicane.
Ancora morti in Sri Lanka. Nell’est del Paese le forze di sicurezza dello hanno trovato 15 cadaveri, tra cui quelli di sei bambini. Lo scontro a fuoco, violentissimo, è avvenuto ieri sera dopo che alcuni miliziani islamisti legati all’eccidio di Pasqua hanno fatto detonare esplosivi durante un’incursione dell’esercito nella loro casa, come riportato da La Stampa. Probabilmente i bambini uccisi stavano dormendo nel momento in cui è inziato il conflitto a fuoco. La sparatoria è iniziata dopo una soffiata della polizia ai soldati su un covo di miliziani vicino alla città di Sammanthurai. Secondo il presidente Maithripala Sirisena almeno 140 persone legate all’Isis sarebbero state identificate nel corso dell’operazione.
Intanto da Papa Francesco, dopo la strage di fedeli a Pasqua, sono venute poche e misurate parole di cordoglio. Presto il Santo Padre è tornato a dedicarsi alla cura dei migranti e delle migrazioni, ormai segno caratterizzante tutto il suo Pontificato. La nuova iniziativa, per certi versi clamorosa, è quasi una sfida a al presidente Donald Trump e alla politica migratoria dell’amministrazione statunitense.
Da quando il tycoon è divenuto presidente degli Stati Uniti, il 20 gennaio 2017, è iniziata l’era dell’ “America First”, dalla forte impronta nazionalistica, al punto da promettere la costruzione di un muro più consistente al confine tra Messico e Stati Uniti, per impedire l’ingresso in territorio statunitense di clandestini. Le politiche sull’immigrazione sono state parte essenziale della propaganda elettorale e del programma dell’inquilino della Casa Bianca, politiche detestate dall’uomo di Santa Marta.
Trump, inoltre, ha manifestato una particolare avversione verso la cittadinanza data dai diritti di nascita. Molte donne, entrate clandestinamente negli USA, hanno partorito in territorio americano, generando i cosiddetti “bambini ancora“. Quest’ultima espressione sta ad indicare quei bambini nati in territorio americano, e pertanto cittadini regolari: le donne, pur se entrate nel territorio illegalmente, sperano di ottenere la cittadinanza in quanto madri di cittadini americani. Le persone che attualmente si trovano bloccate al confine messicano, provengono dal Guatemala, Honduras, San Salvador, e percorrono migliaia di chilometri a piedi o in carovane per fuggire dalla povertà, in cerca di una vita migliore. I vescovi messicani si stanno impegnando per aiutare quanti coloro, in questo momento, sono in intrappolati in un limbo, Papa Francesco, lui stesso di provenienza e cultura latinoamericana ed ispanica, dimostra di avere una certa predilizione per questi ultimi.
Dunque ha deciso di agire, in maniera eclatante, attraverso l’Obolo di San Pietro l’istituzione caritatevole della Santa Sede che finanzia le opere di beneficenza del Vaticano. Un aiuto possibile grazie alle donazioni dei fedeli. In tal modo Bergoglio offre riparo, beni di prima necessità, cibo a quanti si trovano nell’impossibilità di poter avanzare verso gli Stati Uniti. Su 27 progetti di assistenza ai migranti, 13 sono stati già approvati, mentre altri 14 sono in corso di valutazione.
La donazione di Papa Francesco viene così motivata nel comunicato ufficiale, come riportato da VaticanNews: “Negli ultimi mesi migliaia di migranti sono arrivati in Messico, dopo aver viaggiato per oltre quattro mila km a piedi e con mezzi di fortuna. Uomini e donne, spesso con bambini piccoli, fuggono da povertà e violenza, con la speranza di un futuro migliore negli Stati Uniti. Ma la frontiera statunitense rimane chiuse per loro“.
Una dichiarazione di pietà, che allo stesso tempo fa comprendere chiaramente la visione del mondo di Bergoglio, ostile a quella di Trump e certamente contrapposta a quella di Salvini.
Fonti: La Stampa, Vatican News
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