Matteo Renzi e Walter Veltroni: così la Sinistra va in pensione

Quanto costa l’ex Premier Matteo Renzi? Tutte le carte in regola per essere un pensionato di lusso, così come Walter Veltroni, in pensione a 49 anni, che ha percepito 10mila euro al mese di vitalizi.

Matteo Renzi pensionato di lusso - Leggilo

L’esecutivo Lega-M5S spende per la comunicazione e per le spese di Palazzo molto di più di quello che spendevamo noi. Con i risparmi permetta a Radio Radicale di continuare a vivere”. Ha commentato così, l’ex Premier Matteo Renzi, la chiusura di Radio Radicale. Nell’inciso – oltre all’idea che i soldi spesi nella gestione di Palazzo Chigi e della sua comunicazione potrebbero essere usati per mantenere in vita Radio Radicale – si evince anche un altro passaggio. Cioè che il Governo Conte costa di più di quanto costava quello Renzi, nel triennio 2014-2016, come riportato dall’Agi. E se Renzi non sbaglia i calcoli sui costi della comunicazione, sbaglia su quelli di gestione, che restano nella media.

Tra l’altro, se parliamo di costi, Matteo Renzi ha sempre detto di aborrire i privilegi della “casta” politica: peccato che a conti fatti pare che ne abbia usufruito pure lui e non si sia fatto alcun problema.

L’ex Premier è stato infatti per circa 10 anni addirittura un pensionato di lusso, usufruendo dei contributi presidenziali che gli spettavano per la sua assunzione lampo nell’azienda di famiglia. Ricostruiamo i fatti: nei primi dieci mesi del 2003, Renzi è un semplice precario, senza alcun diritto né al TFR né appunto alla pensione, della Chil, l’azienda di famiglia fondata dal padre Tiziano Renzi. A fine ottobre viene però assunto come manager: passa così a un contratto di circa 59 mila euro – circa 4.400 euro, contributi, tredicesima e quattordicesima inclusi – contro i miseri 550 euro al mese che l’ex Premier avrebbe guadagnato per il suo periodo di collaborazione. Casualità ha voluto che solo undici giorni dopo venisse candidato alla Presidenza della provincia di Firenze nel 2004. Eletto nel giugno di quell’anno, la famiglia non solo non gli ha più pagato lo stipendio, ma ha goduto degli oneri contributivi versati dall’Ente in cui il politico viene eletto. Parliamo di circa 20.184 euro all’anno, cifra che va moltiplicarsi per i 5 anni di mandato, fino a giugno 2009. A questo si aggiungono circa 98 mila euro per gli oneri tra il giugno 2009 e il marzo 2014 quando Renzi era Sindaco di Firenze.

A conti fatti, è pesato sul sistema previdenziale per 200 mila euro, che potrebbero accumularsi al vitalizio dell’attività politica una volta raggiunta la pensione. Fortunatamente, a marzo 2014, dopo la nomina a premier, Renzi si è dimesso dalla Chil, non per ravvedimento ma per vie delle polemiche che ne sono sorte. A quanto sembra da questa ricostruzione, Renzi potrebbe diventare già un pensionato di lusso. E proprio sulla riforma del sistema pensionistico voluto dalle legge Fornero – che oggi il Governo ha abolito – Matteo Renzi parlando con SkyTg24 aveva detto: “Se Salvini abolisce la Fornero, lei col cavolo che va in pensione, ci va a 107 anni”.

E se ci guardiamo intorno, Walter Veltroni, il fondatore del Partito Democratico, è andato in pensione nel 2004, a 49 anni, e ha goduto di un vitalizio mensile di circa 10 mila euro al mese, oltre allo stipendio da Primo Cittadino della Capitale che valeva altrettanto. L’età minima per andare in pensione, allora, era di 65 anni: ma Veltroni, in parlamento fin dal 1987, ha sfruttato le regole dell’epoca e ha riscosso il vitalizio 16 anni prima del consentito.

Insomma, Renzi guarda facile dietro la porta altrui e ha sempre difficoltà a guardare in casa sua. Così come non ha mai guardato ai costi astronomici che comportava “l‘Air Force Renzi“, il veivolo A-340 della flotta presidenziale. Un aereo per le missioni internazionali, per portare il Made in Italy nel mondo, la cui sola benzina costava circa 2.500 euro l’ora che, aggiunta alle altre spese, portava ad un costo complessivo dai 20 ai 25mila euro l’ora. Cifre d’oro, ma che Renzi prova a giustificare con questioni di marketing. Chissà, magari anche le pensioni d’oro sono legate a questioni di marketing. Resta da capire cos’è che si vuol vendere.

Fonte: Agi, SkyTg24

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