Greta Thunberg, una montagna di soldi: la famiglia sgrida il mondo e fa business

Si chiama Malena Ernman ed è la mamma di Greta Thunberg. La donna, in concomitanza con il lancio della manifestazione ambientalista della figlia, ha lanciato il suo primo libro. Coincidenze? Non proprio. La famiglia Thunberg sgrida il mondo e fa business.

Ci si chiede chi è che stia dietro Greta Thunberg ma ci sarebbe anche da guardare chi le sta intorno, chi è che contribuisce ad alimentare e definire i contorni di una ragazzina ever green, che vive di lotta agli sprechi e in difesa dell’ambiente, puntando il dito sugli adulti cattivi che uccidono il mondo. E nel mentre, si veste di saccenza quando, nel rispondere ad un professore francese che le ha domandato di parlare di clima, ha subito chiamato la sua guardia del corpo e il suo addetto stampa che l’hanno allontanata. Un trattamento da Regina Elisabetta; la sedicenne, oltre ad essere sponsorizzata dai deputati socialdemocratici svedesi e dai radical chic italiani, viene anche protetta come fosse una risorsa per l’umanità.

Treccine perfette, occhioni grandi e solo sedici anni. Gli elementi perfetti che fanno di Greta Thunberg una merce perfetta da poter vendere a basso prezzo e presentare sul mercato come un prodotto d’eccellenza e raro. Specie se poi si guarda a chi la circonda. A soli quattro giorni dalla prima protesta della figlia, il 24 agosto 2018, sua mamma – cantante famosa, Malena Ernman – ha pubblicato un libro ultra-ecologista intitolato “Scenes from the Heart”, che forse aveva nascosto nel cassetto in attesa che sua figlia diventasse paladina dell’ambiente. E a meno che mamma e figlia non fossero a conoscenza l’una del lancio ambientalista, l’altra di quello editoriale, pare strano che i due momenti abbiano conciso per puro caso. C’è chi grida al marketing, così come al marketing è legato il nome della ragazzina ed anche il suo libro, “La nostra casa è in fiamme”, che ha venduto milioni di copie.

E tra chi le gira intorno c’è anche Ingmar Rentzhog, economista proprietario della startup “We Do not Have Time”, che non a caso è lo slogan usato da Greta. E’ lui che ha inserito, il 24 novembre 2018, la ragazzina nel board della società che, solo 3 giorni dopo, ha lanciato una campagna che ha raccolto 2,8 milioni di euro per offrire servizi relativi ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità. E c’è poi Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico svedese dello sviluppo, che vuole combattere i nazionalismi emergenti in Europa e nel Mondo.

Greta è una macchina da soldi nelle mani di persone che sanno giocare e attorno a lei si muovono fili e interessi, specie in vista delle prossime europee. Il circolo ambientalista e anti-sovranista, che non a caso tende a coincidere, sembra calzare a pennello, tanto più se la Thunberg incarna gli ideali dei radical chic e non si fa problemi a mischiare i due fronti – politico e ambientalista – invitando ad andare a votare alle europee di maggio. Ma la maschera cadrà, prima o poi. Speriamo solo che la ragazzina, che invece di fare morali potrebbe prendersi il tempo per capire il mondo, davvero, sia consapevole di ciò che gli altri l’hanno fatta diventare. Anche a te, cara Greta, stanno rubando il futuro.

Chiara Feleppa

Fonti: The Guardian, Caseur.fr, Free West Media

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