Matteo Renzi ha deciso, nel bel mezzo della Settimana Santa, di rendere nota una sua recente iniziativa giudiziaria: una serie di atti di rivalsa verso persone da cui ritiene di essere stato offeso, a torto a a ragione, negli anni di governo. Tra i nomi noti c’è un nome che noto non è. Non molto. Si chiama Giovanna Mazzoni.
Una vacanza a Dubai il mese scorso, la trance agonistica di un tempo che sembra ormai un lontano ricordo. Eppure il senatore Matteo Renzi non rinuncia alla contesa, anche a costo di passare dallo scenario politico a quello giudiziario. Ma questa volta le disavventure dei genitori, accusati di false fatturazioni e bancarotta fraudolenta, non c’entrano nulla. Mercoledì scorso il senatore ha annunciato nel suo portale di informazione eNews: “Avevo promesso di iniziare a chiedere i danni per le infamie che ho ricevuto in questi anni. E vi avevo garantito che vi avrei tenuti informati. I primi dieci atti formalmente predisposti oggi…” e qui l’ex premier elenca i primi contro cui punta il dito per chiedere ai giudici una sentenza di condanna: c’è Piero Pelù colpevole di averlo definito nel 2014, durante il Concerto del Primo Maggio, il “boyscout di Licio Gelli”,
c’è il giornalista Marco Travaglio perchè nel corso di un’intervista notarono nella libreria alle sue spalle un rotolo di carta igenica con sopra stampato il volto di Matteo. Tra querelati c’è Il Fatto Quotidiano colpevole di aver attribuito all’ex premier il varo di leggi “ad cognatum”, presumibilmente riguardo alla vicenda Unicef. A finire nella lista anche la giornalista Rai Costanza Miriano perchè aveva sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa “di un porto aperto da Renzi” – e qui la doglianza sembra poca cosa.
L’ex premier se la prende anche con chef Gianfranco Vissani per averlo definito “peggio di Hitler” e con la giornalista Alba D’Eusanio perchè, a detta del senatore, lo avrebbe insultato. La giornalista presume che la frase che abbia offeso il senatore sia “Renzi ha un disturbo di personalità” detta nel corso di un’intervista con Piero Chiambretti.
Tre querele riguardano le dichiarazioni sull’aereo di Stato: a farne le spese potrebbero essere il Ministro Elisabetta Trenta e la senatrice Giulia Lupo, nonchè il quotidiano le Cronache di Caserta per un editoriale sul tema. Ma anche Panorama finisce sotto accusa, per quanto scritto “sulla vicenda Paita – alluvione di Genova“.
E infine il senatore indica il destinatario di un’ultima querela – almeno per questa prima tranche:”chi mi ha accusato di essere un ladro per la vicenda banche…” il senatore ha contestualmente pubblicato la lista sulla propria pagina FB e ha promesso che non si fermerà qui: “Ovviamente è solo l’inizio: qualsiasi vostra ulteriore segnalazione – matteo@matteorenzi.it – sarà passata agli avvocati per l’apertura di cause di risarcimento civile. Vi terrò informati sul quantum e sulla destinazione dei risarcimenti...”
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Da piazza Montecitorio, a Roma, dove i truffati delle banche stanno protestando contro il ritardo sui rimborsi promessi dall’Esecutivo si è saputo che la decima querela sarebbe stata presentata da Renzi contro Giovanna Mazzoni, ferrarese, pensionata, ex dipendente Inail. Era una risparmiatrice della Banca di Risparmio di Ferrara, la Carife, e perse 51mila euro in 4 giorni. Durante la Festa dell’Unità di Bologna nel dettembre del 2017, la signorà protestò contro il decreto salva banche, con il quale il PD aveva salvato le venete e il Monte dei Paschi di Siena. La Mazzoni si presentò sotto al palco chiedendo all’ex Premier e Segretario del PD di restituire “i soldi ai risparmiatori” perchè “ci avete rubato i soldi” disse. E sventolò la bandiera con la scritta «No salva banche». Matteo Renzi replicò immediatamente: “Signora, voi avete rubato lo dice a sua sorella. Si metta a sedere, cortesemente“. Più tardi la signora fu allontanata dalla sala. Pochi mesi dopo, in dicembre, il legale responsabile del Partito Democratico toscano, Francesco Bonifazi, depositò una querela per diffamazione verso la risparmiatrice ferrarese. Ma poche ore dopo, valutando probabilmente pessime ricadute d’immagine, la querela fu ritirata. Renzi, pro domo sua, ha deciso altrimenti.
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La signora Giovanna ora commenta: “Per pagare le parcelle venderò il negozio. Mi difenderò come devo e come posso, non scappo e non abbasso il capo. In caso di condanna pagherò il mio debito vendendo il poco che mi resta, un piccolo negozio sfitto da un anno. Per il resto deciderà il giudice“. Tuttavia l’attuale segretario del PD Nicola Zingaretti pare aver espresso solidarietà a lei e ai truffati. “Abbiamo incontrato il nuovo segretario del Pd Zingaretti – ha raccontato uno dei manifestanti in piazza Montecitorio -, che ci ha espresso la sua solidarietà. Ci ha detto che nemmeno lui si capacita di questa iniziativa di Renzi”.
Fonti: La7, Facebook Matteo Renzi, Instagrama Matteo Renzi, Enews,