Natasha è stata ritrovata lungo la riva di un fiume, senza vita. Era scomparsa pochi giorni prima, improvvisamente. Sua figlia, 6 anni, aspettava che la madre tornasse a casa. Ma non l’ha mai più vista rientrare.
Natasha Chokobok, una donna di origine ucraina, mamma di una bimba di 6 anni, era scomparsa dieci giorni fa, lo scorso 9 aprile, dalla sua abitazione di Porto di Legnano. Il suo cadavere è stato ritrovato sulla riva del fiume Adige, poco lontano dalla sua abitazione, dove abitava con Alin Rus, il suo compagno 35enne di nazionalità rumena, e sua figlia, una bimba di appena 6 anni. Il ritrovamento è avvenuto dai Vigili del fuoco e dalla Protezione Civile che da perlustravano minuziosamente la zona, dopo che Alin aveva denunciato la scomparsa di Natasha. Giovedì sono iniziate le ricerche, dopo che la Prefettura, su richiesta dei Carabinieri di Legnano che conducono le indagini, aveva fatto partire il protocollo per le persone scomparse.
La madre della donna non ha dubbi sulla responsabilità di Alin. Natasha, infatti, aveva denunciato due volte il compagno per violenza domestica e aveva consegnato i referti dell’ospedale alla madre Elena, come riportato da Il Corriere della Sera. “Questi sono i referti di quando Alin mi ha picchiato. Se mi succede qualcosa, portali ai Carabinieri”, le aveva detto. Differente la versione di Alin che sostiene l’ipotesi di un allontanamento volontario della moglie. “Quando è andata a prenderla a scuola la mattina, a nostra figlia ha detto: ‘mamma ti vorrà sempre bene, in qualsiasi posto andrà'”.
Chi conosce Alin, lo descrive come un grande lavoratore, disponibile e gentile, ma anche un tipo ostinato che vuole sempre avere ragione. I parenti di Natasha, però, non credono all’apparenza e parlano di lui come un tipo possessivo nei confronti della donna, tanto da controllarle il telefono ossessivamente. “Un lupo vestito da agnello”, dicono, ma lui respinge ogni responsabilità. Secondo Alin, la sera della scomparsa, i due si sono messi insieme a letto quando lei, dopo aver guardato il telefono, si è vestita ed è uscita a buttare la plastica. Da accertare le cause e le responsabilità del decesso. Fondamentale l’autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni.
Fonte: Il Corriere della Sera, Facebook Natasha Chokobok
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