Michela Murgia non tollera le critiche di Matteo Salvini: “Taci, buono a nulla”

Scontro tra Michela Murgia e il Vicepremier Matteo Salvini. La scrittrice ha ricordato la sua gavetta, prima che avesse inizio la sua carriera come scrittrice, confrontandola anno per anno con l’ascesa politica del leghista.

Michela Murgia contro Matteo Salvini fannullone - Leggilo

Non se la mandano a dire il Vicepremier Matteo Salvini e la scrittrice Michela Murgia, meglio conosciuta, in questi giorni, per il suo post di commento all’incendio accidentale della Cattedrale Notre-Dame de Paris. Il Ministro dell’interno ha definito la scrittrice vincitrice dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello, una “intellettuale radical chic e snob”.

Un’espressione che alla Murgia non è passata inosservata, tanto da risentirsene e rispondere con un lungo post su Facebook in cui ha ricordato il suo passato. “Nel ’91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale, mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. La domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6,30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi”, esordisce la Murgia. Poi continua rammentando la sua carriera nel 92 e 93: “Lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose. Nel ’93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, per sei anni”.

Poi si rivolge a Salvini: “Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe”.

Ma la lista della gavetta – come fosse colpa del Vicepremier – è lunga. Nel 1999 consegnava cartelle esattoriali a domicilio, pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Nel 2000 ha iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, fino a quando, nel 2004, si è licenziata e ha lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio. Nel 2005 il call center, pagata 230 euro lordi al mese, nel 2006 la portiera in un hotel. Dal 2007, fortunatamente, ha smesso di lavorare e lamentarsi e ha cominciato “a vivere di parole”. Nel mentre, ricorda la Murgia, Salvini “ha campato di rappresentanza politica”. Prima la tessera giornalistica facendo pratica su testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici; poi segretario provinciale della Lega Nord. “Mentre io da precaria rifacevo letti, lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese. Chissà se i suoi stipendi somigliavano ai miei”, conclude nel post.

La sinossi dei curriculum

Ospite a Radio Capital, la scrittrice ha poi spiegato meglio il “gioco della sinossi dei curriculum”. Salvini è per l’autrice un uomo di campagna elettorale, un privilegiato ma non un uomo del popolo. “Prende soldi e non fa nulla, è un fannullone, lo dicono i suoi colleghi del Parlamento Europeo. Sarebbe meglio non ci fosse, la mia idea di mondo e la sua non coincidono“, dice. Poi si domanda, esattamente, per cosa venga pagato Salvini se non mangiare arancini e scaldare le sedie. “Dovrebbe garantire la sicurezza, che non è rappresentata certamente dai 4 disperati che arrivano dai barconi, che sono in pericolo”.

E alla domanda del conduttore radiofonico sul perché gli italiani lo votano, risponde con una teoria tutta sua. “Il suo è un consenso pauroso, ma il consenso non segna la democrazia. La democrazia si misura da come tratta il dissenso, e tramite il suo social media se la prende con chiunque abbia una parola contraria nei suoi confronti. Una macchina dell’odio”.

https://www.facebook.com/RadioCapitalfm/videos/2010364389267055/

Fonti: Twitter Matteo Salvini, Radio Capital, Facebook Michela Murgia

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