Il silenzio delle maestre sembra avere avuto un ruolo determinante nell’omicidio del piccolo Giuseppe a Cardito.
Giuseppe Dorice è morto a soli 7 anni il 27 gennaio 2019 nella sua casa situata in via Marconi a Cardito, in provincia di Napoli. Il bambino viveva a Cardito insieme alla sorellina Noemi e alla madre, che aveva fatto trasferire lì la famiglia proprio dopo l’inizio della sua relazione con il 24enne Tony Essobdi Badre, un italo-marocchino venditore ambulante di indumenti. I maltrattamenti di cui i bambini erano sempre più spesso vittime non sono stati un mistero, anzi. Erano ormai qualcosa di risaputo per i vicini di casa, spesso allertati dalle urla e per le maestre della scuola frequentata dai bimbi, che si erano spesso presentati in classe coperti di lividi e tumefazioni. Era stata proprio la sorellina di Giuseppe a raccontare alle insegnanti, poco tempo prima, delle punizioni corporali a cui lei e il fratellino venivano sottoposti a casa, come riportato da Il Corriere della Sera. Nessuno ha mosso un dito per salvare la vita a Giuseppe. Il bambino è morto in una maniera terribile ucciso dalla violenza e dall’omertà.
La mamma è stata arrestata per complicità, ma la trasmissione Chi l’ha Visto ha raccontato anche un altro retroscena: la scuola non ha fatto nulla per impedire la tragedia. Giuseppe e la sorellina si recavano a scuola ogni giorno sempre più segnati dai lividi ed ecchimosi. In un’intercettazione, le maestre parlano dei bambini e di evidenti segni di violenza domestica sul corpo. Le maestre dei bambini si erano accorte di tutto, da tempo: la sorella di Giuseppe un giorno si era recata a scuola con un orecchio ferito e sanguinante. L’episodio diventerà motivo di in una nota inviata alla preside della scuola nove giorni prima della tragedia, ma la relazione si rivelerà terribilmente incompleta.
Durante la puntata sono state mandate in onda delle registrazioni della piccola Noemi, la sorellina di Giuseppe. La piccola con poche parole spiega tutto: “Io lo dicevo alle maestre che Tony ci metteva sotto l’acqua e sotto il ce**o. Mamma era con noi, ma non faceva nulla. Finalmente me ne vado da quella casa”. In un’intercettazione si sentono le insegnanti che parlano tra di loro e dicono:”Il padre di Giuseppe e Noemi è sparito. Era il compagno che li picchiava. Giuseppe non parlava. Si buttava a terra e io gli dicevo scimmiottella”. Ma il bambino si ribellava a questi appellativi dell’insegnante: “Scimmia no” diceva il piccolo. E’ lei stessa a riferire la protesta del bambino, durante l’intercettazione.
Fonti: Il Corriere della Sera, Chi l’ha visto