L’Italia invasa, la Libia sotto assedio e l’allarme terrorismo che si rafforza. Questo quanto accade in questi giorni di conflitti nel territorio africano: una situazione che rimescola le carte e pone all’ordine di giorni questioni di competenza internazionale e che potrebbero portare a una revisione dei rapporti tra i singoli Stati.
“Ringrazio l’Italia, per aver tenuto aperta la sua ambasciata, per mantenere in funzione l’ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo. Ma siamo di fronte a una guerra di aggressione che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C’è bisogno che l’Italia e l’Europa siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Khalifa Haftar, un uomo che ha tradito la Libia e la comunità internazionale”. Si è espresso in questi termini Fayez Serraj, il Presidente della Libia, come riportato dall’Ansa, il Paese che in questi giorni vive una crisi senza precedenti. Una situazione ingestibile e alla deriva che sembra, almeno per ora, ingovernabile.
Dal palazzo di Governo, a Sikka Road, il Serraj ha lanciato un allarme, tirando in ballo i numeri che lasciano presagire poco di positivo: “Non ci sono solo gli 800 mila migranti potenzialmente pronti a partire, ci sarebbero i libici in fuga da questa guerra, e nel Sud della Libia sono già ritornati in azione i terroristi dell’Isis che il governo di Tripoli con l’appoggio della città di Misurata aveva scacciato da Sirte 3 anni fa”.
Il rischio che si prospetta, dunque, è che almeno 800 mila migranti in fuga dalla Libia potrebbero cercare altri approdi, passando quasi certamente per l’Italia che si troverebbe, di conseguenza, invasa.Più volte il Vicepremier Matteo Salvini ha ribadito la chiusura dei porti, e per ora l’Italia si è chiamata fuori dai giochi ma, fa ben capire il presidente della Libia, dinanzi ad un esodo incontrollabile la chiusura dei porti, da sola, non basterebbe.
Ma il pericolo più grande è di certo quello di una deriva terroristica. Infatti, nei giorni scorsi, il Ministero degli Interni ha arrestato a Tripoli un primo terrorista dell’Isis, arrivato da Sebha. L’uomo era impegnato in una operazione di riconoscimento per individuare obiettivi dei futuri attacchi, ma non sarebbe l’unico colto in flagranza in questi giorni. L’offensiva che il generale Haftar sta conducendo contro il Governo di Tripoli ha messo nei guai Fayez Serraj, che fatica ad essere positivo sui probabili risvolti della faccenda e non ha intenzione di scendere a compromessi: “L’azione a tradimento di Haftar porterà distruzione alla Libia e ai paesi vicini, non sarà possibile nessuna trattativa se non cesserà il suo attacco alla popolazione e se non si ritirerà”.
Fonti: Ansa, Facebook Giorgia Meloni
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