Sandro Gozi, sottosegretario del Governo Renzi, indagato per una consulenza

Sandro Gozi, l’ex sottosegretario del Governo Renzi, indagato per una consulenza da circa 220 mila euro. Ancora guai che mettono in cattiva luce l’azione dell’ex Premier.

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Ancora guai per l’ex Premier Matteo Renzi. Dopo il giro di accuse che ha visto coinvolti i suoi genitori – Tiziano Renzi e Laura Bovoli, accusati di emissione di false fatture e bancarotta fraudolenta, con l’intento di dichiarare fallimento delle aziende per trarne guadagno – non è andata meglio all’ex sottosegretario con delega agli Affari europei, alla Presidenza del Consiglio dei ministri nei Governi Renzi e Gentiloni, Sandro Gozi. Quest’ultimo è stato iscritto nel registro degli indagati dal Tribunale Unico di San Marino per una consulenza fantasma da 220 mila euro, come riportato dall’Ansa. Finita sotto accusa anche Catia Tomasetti, Presidente dal maggio scorso di Banca Centrale sammarinese.

Gozi, è candidato alle prossime europee spalla a spalla con il Presidente Francese Emmanuel Macronla cui autorità e immagine sembra in declino – con la lista “En Marche”. Lui inseme alla Tomasetti avrebbe indotto il consiglio direttivo di Banca Centrale di San Marino a stipulare un contratto con lui stesso per una consulenza rivelatasi poi fittizia, dal valore di 220 mila euro. L’ipotesi di reato formulata dalla magistratura sammarinese è per entrambi “amministrazione infedele in concorso”, secondo l’indagine del commissario della legge Alberto Buriani.

Gozi ha così commentato quanto accaduto sul suo conto: “Leggo notizie su una presunta indagine nei miei confronti da parte del Tribunale Unico di San Marino. Personalmente posso affermare con certezza di non aver ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria e ciò non mi sorprende”. La consulenza rientrerebbe nel suo ambito professionale e sarebbe dunque in regola. Così come in regola sostengono di essere Catiuscia Marini, Presidente della Regione, del PD; Luca Barberini, responsabile regionale della Sanità; Gianpiero Bocci, ex sottosegretario umbro del Partito democratico durante il Governo Renzi, accusati di abuso d’ufficio, rivelazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento e falso.

Fonte: Ansa

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