Matteo Orfini, PD, ha commentato le proteste di Casal Bruciato criticando fortemente l’opposizione dei cittadini alla concessione della casa popolare ai Rom.
La proteste anti-nomadi di Torre Maura, quartiere periferico a Nord di Roma, non sembrano destinate a spegnersi ed anzi paiono aver indicato un’insofferenza generale dei cittadini che si sono opposti al trasferimento di circa 70 rom in una struttura di accoglienza. Il quartiere è invaso da delinquenza e sporcizia ed ospita già immigrati che vivono in condizioni disparate. Un grido di protesta che è arrivato direttamente al Primo Cittadino di Roma, Virginia Raggi, che però, nel rispondere, ha condannato i gesti rivoluzionari dei residenti – come aver calpestato il pane – riconducendoli ad espressioni di rifiuto di gruppi di estrema destra, come CasaPound o Forza Nuova. E lo stesso aveva fatto Matteo Orfini, deputato PD, che aveva criticato gli italiani per non essere abituati alla convivenza e aveva denunciato il rischio di una possibile deriva xenofoba in senso estremista.
Insomma, neanche un gesto di comprensione è arrivato in questi giorni di protesta da parte della Sinistra verso i cittadini che, accusati di essere razzisti, hanno in realtà denunciato una situazione di crisi vissuta dalle periferie, di fronte alla quale la Giunta e l’amministrazione tace. In secondo piano passano le condizioni degli italiani, e lo stesso è quanto si richiede a Casal Bruciato, dove la protesta di Torre Maura è proseguita. Qui i cittadini si sono opposti alla concessione di una casa popolare a una famiglia di Rom: “La Raggi dia quella casa agli italiani“, hanno gridato i manifestanti ieri pomeriggio. E anche in questo caso Orfini non ha risparmiato di dire la sua.
“A Casal Bruciato i cittadini protestano contro l’assegnazione del tutto regolare di un alloggio popolare ad una famiglia rom. Cioè non si vuole che, pur avendone diritto, quella famiglia entri in possesso di una casa”, ha scritto Orfini su Facebook. “Vorrei svelare un segreto a quei gruppi neofascisti che in queste ore si stanno prodigando in chiassosi schiamazzi: se siamo tutti contrari ai campi rom e ai cosiddetti centri di raccolta tipo quello di Torre Maura, la sola alternativa è dare una casa a chi non ce l’ha e ne ha diritto. E accompagnare tutto questo con politiche di integrazione”.
Politiche di integrazione che sembrano assenti dalle periferie, ma Orfini insiste: “L’altra strada si chiama razzismo. Ed è quella che più o meno consapevolmente sta prendendo chi contesta il sacrosanto diritto di questa famiglia. Più o meno consapevole che sia, questo comportamento resta inaccettabile e pericoloso. E ingiustificabile”. Orfini ha anche commentato quanto accaduto in una scuola di Verona, dove una bimba straniera ha visto servirsi a mensa un pacchetto di salatini e una scatoletta di tonno, in quanto i suoi genitori non avevano pagato la retta: “Una cosa disumana e schifosa. In questa Italia cupa e rabbiosa ormai la povertà e la fragilità diventano una colpa. Povertà che doveva essere abolita, mentre invece si sono aboliti i poveri: annullati, cancellati dall’agenda politica del paese, offesi”.
Il moralismo di Orfini non stupisce, in fondo. Quello che stupisce, però, è l’assenza di solidarietà nei confronti dei cittadini le cui esigenze vengono troppo spesso messe in secondo piano dalle amministrazioni locali che rispondono a piena regola alle linee guida volute dalle opposizioni.
Chiara Feleppa
Fonte: Facebook Matteo Orfini
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