Usa: è passato un anno da quando due donne sposate e i loro sei figli sono morti in un Suv precipitato oltre la scogliera che si affaccia sul Pacifico. Il caso resta tutt’oggi un mistero.
Il 26 marzo scorso, ai piedi di una scogliera nel nord della California, è stato ritrovato un Suv: a bordo c’era una coppia di donne sposate, Jennifer e Sarah Hart, e i loro sei figli adottivi, Martin, Hannah, Devonte, Abigail, Jeremiah e Sierra. Finora sono stati ritrovati solo i corpi di Martin, Abigail e Jeremiah, oltre a quelli delle due donne. Gli altri tre non sono stati dichiarati morti ma è altamente probabile, sostengono gli inquirenti, che anche loro fossero sull’automobile quando questa è precipitata nell’oceano Pacifico. La storia divenne presto nota in quanto uno dei figli, Devonte, afroamericano di 14 anni, era diventato famoso tempo prima in tutto il mondo perché ripreso in una fotografia mentre abbracciava un poliziotto in un manifestazione antirazziale, contro le violenze sulle persone di colore in Oregon.
Secondo le ricostruzione, pare che l’auto a bordo della quale viaggiava la famiglia si capovolse, a causa dell’impatto contro le rocce lungo la costa, precipitando nel Pacifico, come riportato dal NY Times. Uno strano incidente o un suicidio di massa? Ad un anno dalla tragedia, ancora molti sono i dubbi. Non è stato ritrovato, infatti, nessun segno di frenata, di sbandamento o di accelerazione sul dorso erboso che separa la strada dal burrone. Tanta fu l’attenzione della stampa americana per il caso.
Lo sceriffo Tom Allman dichiarò: “Quando sei bimbi e due adulti muoiono in un incidente così, tutti noi, come società, dobbiamo sapere cosa è successo”. Le ultime analisi sui corpi sembrano confermare sempre di più la pista del suicidio di massa, seguita dagli inquirenti fin dall’inizio. Nel sangue di Jennifer Hart – alla guida del Suv – e dei figli è stata ritrovata traccia di Benadryl, mentre nel sangue della moglie è stato riscontrato un sonnifero. Jennifer aveva anche un tasso alcolemico superiore al limiti previsti dalla legge, come riportato dalla CNN.
Oltre alle autopsie, anche le testimonianze sembrano confermare le tesi degli inquirenti. I vicini Briue e Dana Dekalb, giorni prima dell’incidente, avevano infatti chiamato la Polizia per denunciare maltrattamenti sui minori di casa. La signora Dekalb ha raccontato che uno dei figli, il 14enne Devonte, era andato a casa dei vicini per nascondere del cibo nel cancello perché le donne non permettevano di mangiarlo. Sierra, un’altra delle figlie, aveva invece più volte denunciato di venire picchiata da sua madre.
Fonti: Cnn, NyTimes