Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha rilanciato la patrimoniale, proponendo un grande piano di investimenti pubblici e privati per un nuovo modello di sviluppo finanziato da un “tributo di equità contro le disuguaglianze”.
Patrimoniale sì, patrimoniale no. La questione va avanti ormai da anni, tra chi ne sostiene l’applicazione e chi invece la esclude categoricamente. “Potrebbe essere una soluzione per far tornare il deficit di Governo, salvaguardare i conti e ridurre le disuguaglianze. Ma anche rilanciare l’economia“, sostiene Maurizio Landini, sindacalista e segretario generale della Confederazione Generale del Lavoro che è tornato a parlarne in questi giorni. Landini ha proposto un grande piano di investimenti pubblici e privati per un nuovo modello di sviluppo finanziato da un “tributo di equità contro le disuguaglianze”. Non ha mai parlato esplicitamente di “patrimoniale”, ma il riferimento appare piuttosto evidente.
Infatti, il segretario sostiene un piano straordinario di investimenti pubblici e privati basato su un nuovo modello di sviluppo centrato sulla sostenibilità ambientale che consiste nella manutenzione del territorio, attraverso la rigenerazione delle aree urbane, l’uso di energie rinnovabili, la ricerca e l’innovazione alla cultura, la formazione e l’istruzione. Solo così, infatti, è possibile ridurre il livello di disuguaglianza nel nostro Paese, cresciuto enormemente. Come reperire le risorse necessarie? Colpendo i patrimoni rispetto al lavoro, come riportato da Askanews. “Serve una riforma fiscale degna di questo nome. È stato un errore gigantesco non averla fatta finora. Non deve riguardare solo le detrazioni sui redditi da lavoro e dei pensionati che sono comunque necessarie, bisogna intervenire sulle ricchezze per una lotta contro le diseguaglianze”, dice Maurizio Landini. Il segretario di Cgil non esclude neanche la possibilità di sperimentare veicoli finanziari alimentati da banche per aumentare investimenti e politiche industriali.
Ma la proposta ha trovato un blocco sia da Luigi Di Maio – già scontratosi in passato con i sindacalisti – che da Matteo Salvini: “Non ci sarà nessuna patrimoniale, nessuna manovra correttiva“, hanno fatto sapere i Vicepremier. Si è espresso al riguardo anche il segretario PD Nicola Zingaretti, a Porta a Porta: “Se continua questo sfascio nelle politiche economiche del governo sarà questo esecutivo ad essere costretto a mettere la patrimoniale…”, ha detto. Si ricordi che In Italia una tassa di questo genere era stata proposta qualche anno fa proprio dal Partito Democratico, allora guidato dall’ex segretario Pier Luigi Bersani. Potrebbe essere comunque considerata come imposta patrimoniale sia l’Imu, che colpisce gli immobili di lusso e tutti i fabbricati diversi dalla prima casa, che l’imposta di bollo, un balzello dello 0,2% sui risparmi.
La patrimoniale, insomma, andrebbe a colpire il patrimonio di un contribuente, dagli immobili ai risparmi, indipendentemente da quanto guadagna col suo lavoro. Anche l’ex Premier Matteo Renzi sostiene, come ha dichiarato qualche giorno fa, il ritorno alla patrimoniale come conseguenza della “crisi di Governo”. Lega e M5S, infatti, dovranno risolvere i problemi economici attuali del nostro Paese: per farlo, ci sarà bisogno di una patrimoniale anche sui ceti medi che percepiscono redditi sia dal lavoro che dalle pensioni. Non colpire soltanto, quindi, le grandi ricchezze ma svuotare definitivamente le tasche degli Italiani.
Fonti: Askanews, Porta a porta
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