Sono state rese note alcune dichiarazioni di Said Mechaquat, il marocchino neutralizzato italiano che ha ucciso con un coltello Stefano Leo, a Torino.
Si chiama Said Mechaquat ed l’assassino, reo confesso, di Stefano Leo, ucciso a Torino. Un marocchino naturalizzato italiano dopo essere stato adottato che, essendo triste e disperato per la fine della relazione con la sua ex-moglie, ha voluto colpire una persona felice, come riportato da La Stampa. Said aveva infatti vissuto un periodo di depressione dopo che sua moglie, italiana e dalla quale aveva avuto un figlio, l’aveva lasciato. Aveva precedenti penali e l’unico scopo della sua vita era cercare una persona felice da uccidere. Una qualsiasi. Quella persona l’ha ritrovata in Stefano, un ragazzo con tutte le carte in regola per poter essere ammazzato. Sorrideva, era una persona felice. Ma era anche bianco. Per questo, è stato assassinato con una lama ficcata nel collo.
Un omicidio razzista a tutti gli effetti, tesi confermata anche dalle parole di Said davanti agli inquirenti, come riportato da Il Corriere della Sera: “Ho colpito un bianco, basandomi sul fatto ovvio che giovane e italiano avrebbe fatto scalpore. Mi bastava che fosse italiano, uno giovane, più o meno della mia età, che conoscono tutti quelli con cui va a scuola, si preoccupano tutti i genitori e così via. Non avrebbe fatto altrettanto scalpore. L’ho guardato ed ero sicuro che fosse italiano”.
Voleva “fare scalpore”, ha detto Said. Voleva fare paura e la logica ed il pensiero riportano al modus operandi di un terrorista, così come terrorista era Ousseynou Sy, l’autista del bus di San Donato Milanese che voleva compiere una strage di 51 bambini per motivazioni sociali: “vendicare i morti in mare, e far arrivare un messaggio in Africa”.
Un omicidio, quello di Stefano Leo, che può essere definito non a torto razzista, ma l’aggettivo tende ad essere omesso nelle cronache. Tende ad essere giustificato da Gad Lerner, che ha parlato di un “disagio psichiatrico da curare” e ha dirottato la colpa verso il razzismo di Governo. Ma anche da Enrico Mentana che, giorni fa, aveva commentato la vicenda sviando dal punto principale e cadendo in errore. Perché, quando a morire sono gli stranieri e ad uccidere gli italiani non si aspetta un attimo per scendere nelle piazze e dirottare la colpa sulle politiche in materia immigrazione avviate dal Vicepremier Matto Salvini. Ma quando ci si trova a parti inverse, e a morire sono gli italiani per mano degli stranieri, meglio tacere o provare a difendere.
Chiara Feleppa
Fonti: Il Corriere della Sera, La Stampa
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