Il nuovo tesoriere del PD Luigi Zanda ha depositato in Senato una proposta di legge per equiparare i compensi dei parlamentari a quelli degli eurodeputati, che potrebbero guadagnare tra 16mila e 19mila euro.
Un Eurodeputato guadagna 8mila euro lordi, quindi 6250 netti, a cui vanno aggiunti 304 euro al giorno di diaria – indennità giornaliera – e 4mila 299 euro per rimborso spese. Si arriva complessivamente ad una cifra compresa tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Deputati e senatori, invece, percepiscono 14mila euro complessivi. Ma i loro compensi potrebbero essere aumentati, arrivando a toccare cifre pari a quelle percepite dagli eurodeputati.
Infatti, l’ex capogruppo al Senato Luigi Zanda ha depositato una proposta di legge per equiparare i compensi dei parlamentari a quelli degli eurodeputati, che arriverebbero così a guadagnare tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Ai parlamentari verrebbe anche corrisposta una “liquidazione di fine mandato”, prevista anch’essa nel trattamento economico dei parlamentari europei, calcolata su “tante quote mensili quanti sono gli anni di esercizio del mandato, e comunque per un minimo di sei mesi e un massimo di ventiquattro mesi”, si legge nel Disegno di legge. Previsto anche un “trattamento differito di natura assicurativa”, simile ad un vitalizio, calcolato con un “metodo di calcolo contributivo, dopo cinque anni di mandato parlamentare e al compimento del 63esimo anno di età”.
“Oggi occorre affrontare la questione del trattamento economico dei parlamentari secondo un approccio nuovo, che vincoli tutte le componenti del trattamento a un parametro obiettivo e indipendente dall’ordinamento nazionale, sottraendolo alle pulsioni politiche e alle strumentalizzazioni di parte”, ha detto Luigi Zanda. A suo dire, quindi, il migliore trattamento che può essere riservato ai parlamentari italiani è quello di essere riconosciuti come membri del Parlamento europeo. Il ddl presentato dal senatore, poco prima della nomina a Tesoriere ricevuta da Nicola Zingaretti, ha acceso gli animi del PD, che si sono sia dissociati dall’iniziativa e hanno sia smentito la paternità della proposta. Anche il neosegretario ha ribadito la totale estraneità del PD all’iniziativa, lavandosene le mani anche se, di fatto, Zanda è un suo alleato, come riportato da Il Sole 24 Ore.
Anche il Vicepremier Luigi Di Maio si è espresso negativamente sulla proposta, ricordando come in Governo si vada in direzione opposta, cioè verso il taglio degli stipendi dei Parlamentari. “Mi dicono invece che il tesoriere di questo nuovo PD ha depositato in Senato una ddl per aumentare ulteriormente, invece, proprio gli stipendi dei parlamentari, equiparandoli a quelli degli europarlamentari”, ha commentato Di Maio. Ma Zanda si è difeso ed ha replicato: “Le parole di Luigi Di Maio sono destituite di ogni fondamento, come al solito. La proposta di legge che ho presentato il 27 febbraio prevede di parificare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello dei parlamentari europei, che è leggermente inferiore a quello che oggi senatori e deputati ricevono”, ha detto il tesoriere del PD. Insomma, la sinistra “soldi e cashmere è tornata”. Ma non ne sentivamo la mancanza.
Il Segretario Dem Nicola Zingaretti nega la proposta e ne attribuisce la responsabilità al solo Zanda, come se non fosse il tesoriere del PD, nominato dallo stesso Zingaretti. Zingaretti afferma che Zanda ha presentato la sua proposta prima delle Primarie. Ma poteva certo ritirarla, e non l’ha fatto.
Abbiamo già chiarito e confermo: non c’è nessuna proposta del #Pd per un aumento degli stipendi dei parlamentari. C’è una proposta di legge presentata da Luigi #Zanda, che ha tutta la mia stima, prima della nomina a tesoriere e addirittura prima delle primarie. No ai polveroni
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) March 28, 2019
Fonti: Il Sole 24 Ore, Twitter Nicola Zingaretti