Il Parlamento europeo ha approvato e riconosciuto il reato di “afrofobia”, fortemente voluto da Cécile Kyenge, per lottare contro le discriminazioni attuate nei confronti degli africani.
Ci si chiede che fine abbia fatto Domenico Grispino, il marito di Cécile Kyenge, Eurodeputata del PD, dopo che aveva reso note le sue simpatie per la Lega e per Matteo Salvini, definendolo una vera e propria macchina da guerra, tanto da candidarsi nel Partito. Ci si chiede in che rapporti siano moglie e marito, dopo un voltafaccia che è arrivato direttamente dalle mura di casa. Ed è vero, lavoro e vita privata possono dividersi ma quando ad essere diverse sono le idee la convivenza può risultare difficile. Tanto più se le azioni della donna vengono considerate dal marito come scelte prive di senso.
Ma oggi a far sorridere l’Eurodeputata ci ha pensato il Parlamento, che ha appoggiato e votato favorevolmente una proposta fortemente voluta proprio dalla Kyenge votando una risoluzione diretta agli Stati membri. Si delinea così il reato di “afrofobia”, che indica “una specifica forma di razzismo, che include qualsiasi atto di violenza o discriminazione, alimentato da abusi storici e stereotipi negativi, che porta all’esclusione e alla disumanizzazione delle persone di origine africana”. Quindi, se tutti sono uguali, dovremmo forse da oggi in poi aspettarci che venga riconosciuto il reato di asiafobia, americafobia, e così via. Ma così non è: il cerchio del razzismo – senza dubbio un male da combattere, nel caso in cui esistesse davvero e non si generalizzasse ogni situazione che tende ad analizzare lo status quo delle cose – si stringe: la messa a fuoco va all’Africa.
Gli Stati membri, come chiesto dall’Europa, sono ora tenuti a riconoscere e combattere questa forma di razzismo, mettendo a punto “risposte politiche e giuridiche a tali fenomeni che siano efficaci e basate su dati oggettivi”. Il Parlamento europeo “incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’UE a riconoscere ufficialmente e a celebrare le vicende delle persone di origine africana in Europa, tra cui figurano anche le ingiustizie e i crimini contro l’umanità del passato e del presente, nonché i grandi risultati e i contributi positivi delle persone di origine africana”.
Un documento di otto pagine in cui le pretese sono diverse. Si chiede di adottare misure concrete per contrastare le disuguaglianze nell’accesso agli alloggi; garantire che migranti, rifugiati e richiedenti asilo possano entrare nell’UE attraverso canali sicuri e legali; sostenere e promuovere le iniziative intese a favorire la partecipazione politica delle persone di origine africana; rivolgere una particolare attenzione alle persone di origine africana all’interno degli attuali programmi di finanziamento e del prossimo quadro pluriennale invitandola anche ad istituire un gruppo dedicato nell’ambito dei suoi servizi, che si occupi nello specifico delle questioni connesse all’Afrofobia.
La volontà di Cécile Kyenge di portare l’Africa in Europa, del resto, è stata già partorita tempo fa con la creazione di un movimento politico per lottare contro le discriminazioni contro gli afroitaliani. “Afroitalian Power Initiative”, questo il nome del partito, che si intreccia ad un progetto politico-sociale ben più ampio che mette al primo posto gli afro-italioani, attivamente partecipi della vita politica e sociale della nostra Patria. I 535 soggetti favorevoli del Parlamento, che hanno riconosciuto il reato di afrofobia, hanno resto soddisfatta Cècile Kyenge, che si dichiara ora orgogliosa e parla di un risultato storico. “In Europa vivono più di quindici milioni di persone di origine africana, che sempre più rischiano di finire vittima dei tumulti razziali e xenofobi emersi negli ultimi anni. A questi pericolosi fenomeni è necessario reagire con fermezza, ed è per questo che al Parlamento Europeo abbiamo votato una risoluzione contro l’afrofobia. Un voto molto importante, che ci permetterà di realizzare nel concreto politiche e progetti per la lotta al razzismo”.
Fonte: Facebook Cecile Kyenge
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