Secondo Don Mazzi, Fabrizio Corona va curato fuori dal carcere con il sostegno di uno psichiatra. Il prete ospitò nella sua comunità il paparazzo al suo primo arresto, nel 2005.
Un rapporto di amore e aiuto trasformatosi in uno di odio e di accuse reciproche. Protagonisti della laison sono Don Antonio Mazzi, il noto sacerdote impegnato in attività di recupero, e Fabrizio Corona, l’ex paparazzo che è tornato dietro le sbarre di San Vittore proprio qualche giorno fa. Mazzi aveva accolto il noto fotografo dei vip in una delle sue comunità di recupero ai tempi della prima scarcerazione. Eppure, a detta di Corona, i due non si sarebbero quasi mai visti, se non due tre volte, e anzi Don Mazzi avrebbe sfruttato la sua popolarità per interessi personali. Il prete ha a sua volta messo bocca sulle azioni di Corona, criticandone, in più di un’occasione, la smania di apparire: “Un personaggio anche quando si pente”, aveva detto il prete. Tanto torto, in fondo, non sembra averlo.
Il sacerdote, ospite in Tv, ha commentato l’ultimo arresto di Corona, per decisione del Gip del Tribunale di Sorveglianza Simone Luerti che ha revocato l’affidamento terapeutico nei confronti del paparazzo viste le continua violazioni delle disposizioni previste. “Fabrizio Corona va curato, ma non in galera”, ha detto Don Mazzi e ha poi sottolineato, nonostante tutti i litigi, la sua vicinanza all’ex fotografo dei vip che ospitò nella sua comunità nel 2005.
“Nei quattro mesi in cui è stato nella mia comunità si è comportato come tutti gli altri”, ha spiegato a Mattino Cinque. “Non ho dovuto fare nessuna fatica. I problemi di Corona, come tanti altri, non si possono risolvere in galera. Va curato. Con l’aiuto di uno psichiatra avremo tirato fuori un Corona diverso”. Fabrizio Corona avrebbe bisogno di una rieducazione che lo renda più umano, insomma, e che riesca a fargli mettere da parte la smania di apparire e la costante sicurezza che mostra ovunque. “Si può rieducare in maniera più umana, civile. Fuori dal carcere. Lui è entrato subito nel clima della comunità, si alzava, faceva un’ora di educazione fisica, lavorava 5 ore, puliva i cessi, ha fatto il suo dibattito e la riflessione. Pensavo che potessimo lavorare di più”, ha concluso Don Mazzi. Un’identità da ricostruire, quella di Corona. Intanto, la sua libertà è di nuovo perduta.
Fonte: Mattino Cinque
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