«Vogliono farli annegare?». Papa Francesco rappresenta in maniera netta la propria opposizioni a politiche migratorie rigidie e poco votate all’accoglienza. La sua critica non è rivolta solo all’Italia. È un atto d’accusa ai governi che stanno cambiano scelte e atteggiamenti. Un’opzione non percorribile, per il Pontefice.
In un’intervista registrata il 22 marzo per la tv spagnola la Sexta che andrà in onda integralmente sulla tv spagnola domenica sera. il giornalista Jordi Évole ha posto domande molto dirette in tema di migranti. Papa Francesco ha risposto in maniera inequivocable quando gli è stato chiesto, in particolare, della Open Arms bloccata in porto a Barcellona da tre mesi, come riportato da Askanews. «Tenere ferma la nave è un’ingiustizia. Perché lo fanno? Per farli annegare?». Madrid aveva sospeso il via libera alla navigazione. In apparenza la scelta era in polemica con il governo italiano, accusato di ostacolare le attività di salvataggio dei migranti a costo di mettere a repentaglio la vita dei naufraghi e dei soccorritori. Dietro queste motivazioni di comodo, c’è probabilmente una cautela mossa dalla difficoltà di gestione di navi cariche di migranti nel Mediterraneo, dopo che il Ministro Salvini ha scompaginato gli equilibri e le prassi. La finta accoglienza data da Madrid all’Aquarius altro non era che una passerella di comodo per i giornalisti di mezzo mondo. Finiti i tweet di propaganda, i cartelli di accoglienza verso i migranti, Madrid ha preso le misure e si è regolta di conseguenza. Il risultato è che ben tre navi di soccorso della Open Arms non possono prendere il largo.
«Il Santo Padre ha sempre mostrato grande sensibilità riguardo alla situazione di vulnerabilità e violenza di cui sono vittima i migranti» ha detto Oscar Camps, fondatore dell’organizzazione non governativa iberica Proactiva Open Arms. E’ lo stesso che, tra un insulto e l’atro al Ministro italiano, la scorsa estate aveva diffuso su Twitter il video di “persone annegate” che si scopì essere membri dello staff e volontari. Fu un gesto “rappresentativo” disse, senza voler frodare nessuno. «Il Papa – dichiara ora Campus – ha espresso allo stesso modo il rifiuto delle politiche che non difendono i più deboli ». Per il leader della Ong le affermazioni di Papa Francesco «su ciò che significa il blocco delle nostre navi, sono allo stesso tempo un messaggio di umiltà e grande forza umana, un messaggio che ci porta nuovamente a sentirci sempre più motivati a fare di tutto per difendere i diritti di tutti».
Il forte dissenso del Pontefice si fa sentire anche nei rapporti con il Governo, e farne le spese è proprio il Ministro. Il Papa ha ricevuto il premier Giuseppe Conte in un’udienza senza delegazioni e con il solo ambasciatore italiano presso la Santa Sede al seguito. Luigi Di Maio ha ottenuto un incontro col segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, per parlare di lavoro domenicale, tema cui la Chiesa da anni è molto sensibile. Matteo Salvini invece deve attendere. Da protocollo il Papa, capo di Stato, non incontra un ministro di un governo. Bergoglio tuttavia incontra moltissime personalità privatamente a Casa Santa Marta e non ci sarebbero quundi ragioni per escludere Salvini. Il Ministro era presente in Vaticano a settembre in occasione della celebrazione congiunta tra Gendarmeria Vaticana e Polizia italiana della Festa del patrono San Michele Arcangelo nel settembre dello scorso anno. L’evento fu quasi oscurato dal Vaticano che non lo aveva inserito nell’agenda degli appuntamenti e a celebrazione conclusa, in giornata, non aveva comunicato nulla sulla presenza del Ministro in nessuno dei media della Santa Sede; non una riga nei comunicati ufficiali della Sala stampa, né sull’«Osservatore Romano». In quella occasione Salvini aveva avanzato una prima richiesta di un incontro che sembra non potrà avvenire se il Ministro mantiene la linea dura sui migranti. Una scelta, quella del ministro che ha paralizzato la navigazione delle Ong nel Mediterraneo.
In questo momento quando anche la nave Mare Jonio è ancora ferma dopo il dissequestro disposto dalla Procura di Agrigento, l’unica imbarcazione ad aver ripreso i pattugliamenti nel Mediterraneo centrale proprio martedì è stata la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye in prossimità delle coste libiche. Il quotidiano dei Vescovi, Avvenire denuncia: “Dall’equipaggio a bordo ci è arrivata conferma dell’assordante silenzio radio e della mancanza di coordinamento con la cosiddetta Guardia costiera libica nella gestione delle richieste di soccorso“.
Oltre a Open Arms che dispone di tre imbarcazioni sono ferme la nave Aquarius di SOS Mediterranée in Francia. La nave era stata originariamente oggetto di inchiesta dalla procura di Catania per un presunto smaltimento illecito di rifiuto pericoloso. Il provvedimento di sequestro non è stato mai notificato, mentre l’indagine a Catania sembra destinata ad essere archiviata.
A Malta, per motivi di natura amministrativa è rimasta ferma la Lifeline, dell’omonima Ong. Sono state fermate da inchieste giudiziarie la nave del’ong tedesca Jugend Rettet a Trapani e, infine, la Mare Jonio a Lampedusa. Nell’ambito dell’inchiesta su quest’ultima sono stati iscritte nel registro degli indagati due persone, il Comandante della nave Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per il mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte della Guardia di Finanza. Loro, certamente, avere meno problemi ad ottenere un colloquio a Santa Marta.
Fonti: Askanews, Avvenire
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