Ramy, il ragazzino eroe del sequestro del bus, ha ottenuto il via libera da Matteo Salvini per l’acquisizione della cittadinanza italiana.
Sembrava impossibile, per molti, e invece è accaduto. Ramy, il ragazzino straniero, ma nato in Italia, di soli 13 anni che si è distinto per il coraggio durante l’attentato sul bus ad opera del senegalese Ousseynou Sy, ha ottenuto quello che voleva. “Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il Ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare“. Ha detto così il Vicepremier Matteo Salvini, nonostante negli ultimi giorni avesse tentennato sulla questione. “Ci sono da accertare delle cose, la cittadinanza va meritata, conquistata, non si regala”, aveva ribadito il Ministro anche per rispondere alle polemiche sullo Ius Soli, tornato alla ribalta in questi giorni. Così, pare proprio che Ramy se la sia guadagnata con il suo atto di coraggio. La sua telefonata ai Carabinieri è stata determinante per l’intervento delle Forze dell’Ordine che sono riuscite a salvare la vita a 52 bambini mal capitati, come riportato da La Stampa.
Da verificare, in particolare, era la situazione del padre del tredicenne, Khaled Shehata, con qualche precedente. A suo carico, stando a quanto è stato resto noto, il reato di permanenza irregolare in Italia, una denuncia per rapina nel ’99 e il fatto di aver falsamente attestato di essere un pubblico ufficiale. I fatti sono stati commessi tra Crema e Cremona e risalgono a parecchi anni fa, ma non risultano condanne. Per questo, la sua condizione non ha determinato un diniego per la richiesta di ottenimento della cittadinanza avanzata da Ramy.
L’uomo ha appreso in diretta la notizia e si è detto felicissimo di quanto accaduto. Domani andrà a Roma, con suo figlio, per incontrare il Vicepremier. “Lo apprendiamo solo ora”, ha detto emozionato, “siamo contentissimi. Rami, che è qui con me, ha una faccia felice ed è contentissimo”. Il ragazzino, a sua volta, si è detto contento: “Non me l’aspettavo, ma credo di meritare la cittadinanza italiana, festeggerò con i miei amici”. Poi ha ringraziato i Ministri Luigi di Maio e Alfonso Bonafede, che hanno avuto pochi tentennamenti rispetto a Salvini, come riportato da Adnkronos.
Quest’ultimo, inoltre, ha invitato al Viminale 5 ragazzi della scuola Media “Vailati” e 12 Carabinieri intervenuti a San Donato Milanese. I ragazzi che il Ministro incontrerà, rende noto il Viminale, sono Adam, che è riuscito a chiamare i Carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, manteneva la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto come ostaggio; Ramy che, anche lui sottraendo all’attenzione il telefonino, riusciva a chiamare i Carabinieri, fornendo ulteriori utili informazioni.
Il padre, Khaled Shehata si è espresso con queste parole: “Sono felice, la cittadinanza se la merita, Ramy è un eroe. Sono contento per lui, ha fatto una cosa grande per l’Italia e, per questo, gli viene riconosciuta una cittadinanza che merita. Mio figlio è un bravo ragazzo“. Nei giorni scorsi si era parlato di precedenti penali che coinvolgevano la famiglia di Ramy. Sarebbero state queste informazioni a motivare le perplessità del Ministro: “No, non tutta la mia famiglia è pulita – ha ammesso il padre – non abbiamo nessun problema da questo punto di vista“.
Fonti: La Stampa, Adnkronos