Simone Bova, ventottenne, ha ucciso il padre Domenico sferrandogli 40 coltellate. La tragedia è avvenuta tra le mura di casa, a causa di una lite degenerata. Erano trascorse da poco le ore 13 quando una donna ha telefonato al 113 «Correte, è successo di tutto»
Ci sono alcuni crimini più orrendi di altri, quando si uccide il proprio padre, ad esempio e, cosa ancora più grave senza nessuna logica, per quanto inammisibile, che spiegni la dinamica. Orrore a Reggio Calabria. Un giovane di soli 28 anni, Simone Bova, ha assassinato il padre Domenico, 59 anni, sferrandogli 40 coltellate. Secondo le prime ricostruzioni, i due, al momento dell’omicidio, si trovavano in casi da soli. Un litigio come tanti, discussioni banali che capitano spesso in tutte le case. Ma la lite è degenerata e l’omicida è stato colto da un vero e proprio raptus.
La lotta tra il padre e il figlio deve essere stata furibonda e disperata. Gli agenti delle Volanti della Polizia – diretti dal vicequestore aggiunto Luciano Rindone – giunti sul luogo del delitto, si sono trovati di fronte a uno scempio: sangue dappertutto, sedie rovesciate e anche alcuni mobili della cucina divelti. Proprio in cucina è iniziata la lite. Simone ha afferrato un coltello da cucina e si è accanito contro il padre, colpendolo in varie parti del corpo e ferendosi in modo profondo alle mani. Una banale lite è così finita in una rissa fatale a colpi di coltello, come riportato da StrettoWeb.
Domenico Bova ha provato a difendersi in ogni modo dai fendenti del figlio ma, alla fine, si è dovuto arrendere colpito da quelle che sembravano almeno venti coltellate – ma che sono risultate almeno 40 – inferte dal figlio Simone. Le ferite si sono rivelate letali per il padre, mentre il ragazzo è stato portato al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti dove è stato piantonato dalle Forze dell’Ordine. Poi, sottoposto ad un lungo interrogatorio, ha confessato di aver accoltellato il padre una quarantina di volte.
Quando sono arrivati gli agenti in terra giaceva il corpo senza vita di Domenico e poco distante Simone, anche lui ferito, come riportato dall’Ansa. La casa della tragedia si trova nella zona del Cedir, dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica, quartiere di Sant’Anna, alle porte del Centro Storico. La famiglia è nota in città: gestisce una storica Tabaccheria in Corso Garibaldi. Al momento dell’omicidio erano fuori la moglie della vittima, impiegata del Tribunale di Reggio Calabria, e altri quattro figli della coppia.
Simone aveva già avuto precedenti penali per reati di lieve entità, ed ora è accusato di omicidio colposo. Da una prima e ancora parziale ricostruzione dei fatti da parte degli investigatori della Polizia, pare che i rapporti tra il padre e il figlio non fossero proprio idilliaci. Anzi pare che si fossero da tempo deteriorati.
La città è sconvolta e il profilo Facebook di Simone è stato inondato di messaggi di odio. “Anche se i genitori sbagliano, sono sempre genitori. Adesso dovrai marcire in galera con pane e acqua e poi… dritto all’inferno, bestia!”, scrive un utente. Antonio, un amico del ragazzo, ha scritto: “Simo, eravamo compagni di scuola e ogni tanto ci prendevamo una birra insieme. Ancora non ci credo. Che hai fatto?”. Intanto, anche la famiglia è sotto choc e non riesce a capacitarsi di quanto accaduto tra le mura domestiche.
Fonti: StrettoWeb, Ansa
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…