Mare Jonio: Luca Casarini è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, disobbedendo all’ordine di arrestare la nave prima di entrare in acque italiane.
La Procura della Repubblica di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio – lo stesso che ha seguito l’indagine sul Vicepremier Matteo Salvini per quanto riguarda la nave Diciotti – ha aperto qualche giorno fa un’inchiesta contro ignoti, per l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina riguardo la vicenda della nave “Mare Jonio”, appartenente alla Ong Mediterranea che fa capo all’attivista Luca Casarini. Ora, ad essere iscritto nel registro degli indagati è stato proprio quest’ultimo, ex leader dei “no global” e capo missione della nave. Lo hanno deciso il Procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il Pubblico ministero Cecilia Baravelli dopo sette ore di interrogatorio.
Luca Casarini, fino a qualche giorno fa “persona informata sui fatti”, è accusato, così come il comandante della “Mare Jonio” Pietro Marrone, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all’ordine imposto dalle autorità di arrestare l’imbarcazione, violando l’articolo 1099 del codice della navigazione, prima di entrare in acque italiane. In sostanza, avrebbe fatto di testa sua e ora deve pagare le conseguenze, come riportato dall’Ansa. Fabio Lanfranca, il suo legale, ha parlato di una decisione abbastanza prevedibile: “Non ci stupisce. Ce l’aspettavamo”. Mentre la portavoce di Mediterranea Saving Human, Alessandra Sciurba, ha parlato delle indagini come di un “prassi normale”.
La prossima settimana, Casarini sarà convocato per un nuovo interrogatorio ad Agrigento dai titolari dell’inchiesta, come riportato da La Stampa. La vicenda della nave, quindi, non si chiude. L’imbarcazione batte bandiera veneta e aveva prelevato quarantanove migranti naufragati di fronte alla Libia. Si trovavano in pessime condizioni, ha riferito l’equpaggio, fra loro c’erano dodici bambini. “Se i migranti sono stremati, e c’è il mare forza 7, io non obbedisco“, disse Casarini che non ha negato di aver violato gli ordini che gli erano stati imposti.
Non è coinvolto formalmente nell’inchiesta l’armatore Beppe Caccia, volto storico dell’antagonismo veneto, che ha lanciato il guanto di sfida al Ministro Salvini quando questi ha auspicato l’arresto dell’equipaggio: “Queste dichiarazioni rivelano una profonda ignoranza del diritto del mare e delle regole che tutelano l’incolumità della vita in mare. Il mare non è una strada, dove ci si ferma ad posto di blocco. In mare ci sono condizioni meteo e condizioni marine di cui bisogna tenere conto” aveva detto per aggiungere: “Io sono a piede libero, nessuno mi ha arrestato, non siamo stati neppure convocati da un magistrato… la “Mare Jonio” ha agito nel pieno rispetto della legalità“. Riguardo al Ministro Salvini per il quale l’operazione di salvataggio tale non era e sarebbe stata solo un atto di propaganda Beppe Caccia si è espresso in maniera sprezzante: “Le dichiarazioni di Salvini rivelano un disturbo paranoide della personalità” e ha concluso: “Salvare quelle persone valgono più delle piccole vicende giudiziarie di un piccolo uomo”
Fonti: Ansa, A3news, La Stampa