“O aprite i porti o non avremo manodopera per raccogliere i prodotti”: questo l’appello lanciato da Confagricoltura e Coldiretti. Un appello a cui Luigi De Magistris potrebbe rispondere, visto quanto dichiarato a proposito della nave Mare Jonio, attraccata a Lampedusa ieri sera.
Risale a qualche giorno fa l’appello lanciato dalle associazioni Confagricoltura e Coldiretti di fronte alle Commissioni di lavoro e Affari sociali. I responsabili delle associazioni delle imprese agricole, infatti, hanno lanciato un allarme sulla situazione in Italia dove si intrecciano, al momento, la situazione dei migranti, il Reddito di Cittadinanza e la necessità di manodopera. In sostanza, la richiesta avanzata dalle associazioni è quella di aprire i porti, per sopperire alla mancanza di manodopera, derivata a sua volta dall’applicazione del Reddito.
Un appello che aveva già lanciato Confindustria, secondo cui il Reddito di Cittadinanza avrebbe significato automaticamente meno manodopera, creando gravi danni alle imprese, come riportato da Agensir. I 780 euro previsti dal Rdc – cifra individuata come soglia limite al di sotto della quale è impossibile vivere – infatti, sarebbero una cifra troppo alta, tanto da rischiare il disincentivo della ricerca del lavoro. Perché, infatti, qualcuno dovrebbe lavorare per meno della cifra che prenderebbe non lavorando e ottenendo il Reddito? Una possibilità, questa, prospettata anche da Tito Boeri, Presidente Inps, che si era concentrato anche sull’incapacità degli uffici di gestire un numero tanto elevato di richieste. In agricoltura, tra l’altro, la situazione sarebbe ancor più grave perché se i 780 euro del Reddito sono troppo vicini agli 830 – stipendio medio di un operaio. In agricoltura gli stipendi sono ancora più bassi: per cui, il lavoro si riduce ancora di più.
Ed è a questo punto che, riducendosi la necessità di lavorare e mancando braccia al lavoro, secondo la Coldiretti ci sarebbe necessita di ricercare manodopera. Un vuoto innescato da un meccanismo a catena che soltanto i migranti potrebbero colmare: “Si tratta di una esigenza per l’agricoltura italiana dove i dipendenti stranieri offrono oltre della forza lavoro necessaria al settore. Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale”.
Il ragionamento delle associazioni, in effetti, non fa una piega ma il quadro che emerge dell’Italia è disastroso. Roberto Magrini, di Coldiretti, ha anche fatto notare come il settore agricolo ha solo il 10% di contratti a tempo indeterminato. Di conseguenza, riservare i benefici delle assunzioni – altra conseguenza del Rdc – ai lavoratori assunti a tempo indeterminato rischia di essere penalizzante per il settore agricolo. Come ha poi fatto notare il Presidente di Rete imprese Italia, Giorgio Merletti, “aumenterebbe la possibilità di rifiutare lavori con una retribuzione inferiore a 858 euro mensili, da parte di chi percepisce il Reddito di cittadinanza”. La soglia posta dal Rdc, in altre parole, altro non sarebbe che un ulteriore disincentivo ad effettuare lavori che garantiscono salari in linea o inferiori alla misura voluta fortemente dal Vicepremier Luigi Di Maio.
Insomma, una reazione a catena e disastrosa. Ricapitolando, in Italia abbiamo circa 6 milioni di poveri, che in genere hanno difficoltà a trovare lavoro. Quando lo trovano, invece, hanno una paga media di 830 euro nel settore industriale, mentre invece in agricoltura il salario scende ancora più in basso. La soglia di povertà posta dal Rdc è individuata dalla cifra di 780 euro, sotto la quale si viene considerati in povertà assoluta. La misura del Governo, volta ad aiutare le persone in difficoltà e ridurre una delle piaghe del nostro paese, scatena l’ira delle associazioni in quanto la cifra sarebbe troppo alta rispetto a quello che loro pagano ad un dipendente. La soluzione? Porti aperti. Ormai, secondo alcuni, i migranti sono la risposta a tutti i problemi.
Una richiesta, questa dei migranti, che Luigi De Magistris vorrebbe risolvere, in effetti, dal momento che il Sindaco partenopeo ha dichiarato che il porto di Napoli potrà essere aperto per la Mare Jonio, la nave attraccata a Lampedusa soccorsa dalla Ong di Luca Cesarini, con 49 migranti a bordo. Da tempo, del resto, De Magistris ha fatto del tema dell’accoglienza uno dei suoi cavalli di battaglia, sostenendo il lavoro delle Ong, appoggiato dal Primo Cittadino di Palermo Leoluca Orlando e dalla scia dei Sindaci Rossi che si sono opposti al Decreto Salvini per controllare l’immigrazione.
Fonti: Agensir, sito Coldiretti
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