Un caso che ritorna alla luce quasi per caso. Il corpo di un uomo albanese, scomparso a Genova nel 2013, è stato ritrovato durante i lavori di ristrutturazione di una villa. Si indaga per accertare le circostanze del decesso.
Sembrerebbe quasi la trama di un film, ma purtroppo non è così. È la storia di Lamaj Astrid, 41 anni, un uomo di origini albanesi scomparso nel gennaio del 2013 a Genova, ben 6 anni fa, e ritrovato per caso il mese scorso. Dell’uomo, conosciuto per le sue attività illecite nell’ambito dei furti e dello spaccio, si erano perse completamente le tracce fino a quand, il suo cadavere è venuto fuori durante i lavori di ristrutturazione di un appartamento a Senago, in provincia di Monza, lo scorso 15 gennaio. Il corpo di Lamaj era stato murato in una parete della dependance. I muratori, che avevano avviato i lavori di ristrutturazione della dimora, una villa del 700, si sono accorti della terribile scoperta e hanno lanciato l’allarme.
Gli inquirenti hanno aperto un caso che è stato risolto in tempo brevissimo, meno di due mesi, quello che si definisce in genere un cold case, cioè un caso lampo. Il cadavere, in base agli esami del dna ed altri accertamenti, è risultato essere proprio quello dell’albanese. Quattro uomini, tutti italiani, sono stati fermati con l’accusa di aver ucciso e murato in una cavità nascosta da una parete Lamaj Astrid. I quattro sono stati individuati grazie a un’indagine dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di Monza, e sono stati fermati a Muggiò, Enna e Genova, come riportato dall’Ansa.
Le indagini hanno ricostruito le responsabilità dei quattro sospettati, accusati di omicidio e occultamento di cadavere, ricostruendo chi è stato il mandante dell’assassinio e coloro, invece, che sono stati gli esecutori materiali del delitto. A quanto emerso Astrid – la cui identità era stata confermata grazie a brandelli di abiti trovati ancora nella cavità – sarebbe stato ucciso per ritorsione per un furto di preziosi e per aver interrotto una relazione sentimentale con una persona cara a uno degli indagati. A commissioanre il delitto sarebbe stata una donna di 64 anni, una commerciante di gioielli che aveva una relazione con l’albanese. L’uomo l’ha derubata e lasciata.
Si sarebbe trattato di un assassinio premeditato, la cui preparazione è durata almeno un anno: la donna avrebbe chiamato a raccolta persone che conosceva nel suo paese di origine in Sicilia, per organizzare il delitto.
“La donna non è pregiudicata ma ha conoscenze importanti nell’ambito della mafia di Riesi. Qualcuno ha accconsentito alll’omicidio. C’è stata la preparazione e alcuni siciliani si sono recati a Milano per eseguirla” hanno spiegato gli inquirenti
Il proprietario dell’abitazione dentro cui sono stati rinvenuti i resti della vittima, nel complesso di pregio “Villa degli Occhi” di Senago, è risultato invece totalmente estraneo ai fatti.
Fonte: Ansa