L’assessore che ha organizzato ‘People’, la marcia antirazzista di Milano, ha difeso Giulia, la ragazza che ha esposto un cartello contro il Vicepremier Matteo Salvini.
Giulia Viola Pacilli è la ragazza che, in una sfilata in occasione della marcia antirazzista di Milano, ha esposto un cartellone contro il Vicepremier Matteo Salvini. “Meglio buonista e puttana che fascista e salviniana”, ha sventolato fiera la ragazza dai capelli rossi, dal carro dell’associazione “I sentinelli”, di Milano. Salvo poi, una volta ricevere un mare di critiche, lamentarsene. “Mi hanno insultata, soprattutto le donne. Credevo che Matteo Salvini avesse altro da fare che condividermi sul suo Facebook”, ha dichiarato in un’intervista.
A sua volta, Pierfrancesco Majorino, l’assessore che ha organizzato ‘People‘, la marcia di 250mila persone a Milano, ha difeso la ragazza fotografandosi accanto a un cartello. Un’altra provocazione che arriva dritta dritta al Vicepremier: “Salvini, sfigato pubblica questa“. Secondo lui, infatti, e secondo molti commenti critici, la Lega avrebbe aperto una “gogna social”, condividendo e prendendo in giro il cartello della donna. “Che gentil signora”, aveva scritto il Vicepremier.
Sabato, tra le migliaia di manifestanti e i colori e gli slogan di ‘People-Prima le persone’, c’era anche Giulia, che ora può dirsi sostenuta da Majorino. “Salvini fa sempre il bulletto con le ragazze e i ragazzi che lo criticano”, ha scritto l’assessore. “Fa come quegli sfigati che se la prendono coi più piccoli“. Poi, ha lanciato una provocazione: “Pubblica questa“. Siamo dalle parti dell’asilo, con il bambino ambisce ad un ruolo di eroe, bravo Majorino
Giulia intanto in pieno stile Emma Marrone – prima proco attirando l’attenzione e dopo piango – ha denunciato il fatto che nessuno, tra i commenti, abbia considerato sbagliato l’accostamento, nel cartello, del termine fascismo a quello salviniano: “Nessuno l’ha considerato una stranezza, anzi molti rivendicano l’essere fascista”, ha detto ancora la ragazza. “Io a quella manifestazione ci sono andata per difendere le mie idee e i miei valori: credo nella solidarietà e sono contro le discriminazioni”, spiega la ragazza. Siamo anche all’indagine sociologica così, su due piedi. E intanto ha avuto il suo quarto d’ora di notorietà. Chissà se fra una settimana qualcuno si ricorderà di lei. Nessuno, temiamo, come tanti, prima che diventasse famosa per quel cartello dove si definisce “puttana”. Avrà avuto i suoi buoni motivi.
Insomma: prima criticano, dopo si lamentano. E vogliono essere difesi.
https://www.facebook.com/pfmajorino/posts/10156962168802510
Fonte: Facebook Pierfrancesco Majorino