Enrico Mentana direttore del TG7 dal suo Open decreta la fine dell’era Renzi mentre a Firenze inizia il processo ai genitori.
Enrico Mentana mette l’ultimo chiodo sulla bara “dell’era Renzi”, come la chiama lui stesso. L’opinione di Mentana è che la scelta e ancor di più la risposta dell’elttorato Dem siano un chiaro segno di voler mettere la parola fine all’esperienza Renzi, infatti scrive Mentana: “C’è poco da girarci attorno, il voto a valanga a favore di Nicola Zingaretti, e lo stesso afflusso superiore a ogni pronostico ai gazebo delle primarie PD – ma ancora una volta inferiore alle Primarie precedenti un aspetto che Mentana non ha voluto sottolineare – danno un segnale forte e preciso: che la gente di quel partito voleva chiudere e sigillare ermeticamente l’era Renzi “.
Mentana prosegue su Open: “Non a caso ha scelto la figura più distante possibile da Renzi, la più rassicurante, la meno divistica. E chi meglio del fratello sgobbone di un divo? “. Qui però Mentana non fa menzione della prime parole del neo Segretario Zingaretti che tuttavia sono state ben chiare: “Prima di tutto dobbiamo tornare a difendere l’Europa, che va cambiata, ma è la nostra unica difesa”. Zingareti invece di preoccuparsi dei salari indecenti degli italiani – 830 euro di media – ha come primo pensiero la salvezza dell’Europa, frasi sentite fin troppo spesso.
Al di lè dello stile, non vediamo molta differenza tra le parole di Zingaretti e quelle di Renzi. Sarà pur vero “che la gente di quel partito“ ha voluto cambiare e chiudere con quell’era, ma si direbbe aver scelto il cavallo gemello. Mentana conclude: ” Il PD ha vissuto una lunga avventura esotica, a tinte forti, fuori dai suoi recinti tradizionali. Poi il brusco ritorno alla realtà, con davanti avversari sempre più forti, Salvini e il Movimento. Esattamente un anno fa, il 4 marzo, fu colpito d’incontro dal suo peggior risultato. Da oggi può cominciare almeno a discutere su cosa gli è successo, dopo dodici mesi al tappeto, tramortito. Vedremo se saprà rimettersi i guantoni “.
E certo il PD dovrebbe iniziare il momento di riflessione ora, con famiglia Renzi sotto inchiesta e il processo di Firenze che ha avuto inzio questa mattina, come riportato dall’Ansa. Dovrebbe farlo per capire, prima di tornare ad indossare i guantoni, se il “Rottamatore” non ha finito per demolire anche sè stesso mentre il padre Tiziano e la mamma Laura rischiano di veder demoita la loro reputazione e, di riflesso, quellla del figlio, compromettendone la carriera politica, già avviata ad un declino rapido almeno quanto l’ascesa.
La prima udienza questa mattina ha visto in aula Luigi D’Agostino il cosiddetto ” re degli Outlet ” finito a processo per due false fatture con Laura Bovoli e Tiziano Renzi.
L’accusa sostiene che le due fatture, per un totale di circa 160mila euro, siano fatte a scopo evasivo. Sarebbero state il pagamento fittizio per una consulenza di poche righe. Al contrario la difesa sostiene la mancanza della finalità evasiva sebbene le cifre non risultino congrue.
Un’altra giornalista, Annalisa Chirico vede nella vittoria di Zingaretti nient’altro che il ritorno del passato. I rottamati che hanno vinto sul Rottamatore: “Vedo le facce esaltate di tanti dirigenti che fino a ieri erano renziani, fino all’altro ieri lettiani, dopo una stagione anche bersaniana. È tutto bellissimo. Il Pd è un partito che fa i congressi veri, vota la gente in carne e ossa, non i clic truffaldini. Tuttavia, anche se si fanno i congressi e cambiano i segretari, il ceto politico resta sempre lo stesso, per cui hai questo fenomeno per cui gli stessi che ieri facevano il panegirico di Renzi oggi ti spiegano quanto è fico Zingaretti. ma che c’entrano Renzi e Zingaretti?”.
Anche la Chirico ha notato l’incongruenza con la voglia di cambiamento ” della gente di quel partito “ ed il gattopardismo dell’elezione di Zingaretti: “…Qui si parla solo di posizionamenti per restare a galla mentre la barca affonda. Renzi vi può stare antipatico ma aveva una idea, sulla scia di Veltroni e del Lingotto: il partito a vocazione maggioritaria. Ha fatto i suoi errori, ok. Ma quando Zingaretti evoca le alleanze e resuscita persino Romano Prodi….ce li ricordiamo i governi dell’Unione? Coalizioni eterogenee che vincevano le elezioni ma litigavano ogni giorno. Ho visto nella sezione di Napoli sullo sfondo la falce e il martello, avete fatto un collegamento dalla Bolognina, adesso rispunta Achille Occhetto...”. No, Annalisa Chirico non sembra aver preso bene la fine “dell’era Renzi” o forse teme il peggio. Si sa, al peggio non c’è mai fine. E dopo la fine c’è solo il PD. Quello di prima.
Alessandro Signorini
Fonti: Ansa, Open