L’Europa come patria. Questa la proposta di Romano Prodi per il futuro dell’Italia.
Il 21 marzo sancisce l’inizio della primavera ma è anche il giorno di San Benedetto, patrono d’Europa. Ed è per questa occasione, così importante, che l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi suggerisce di esporre alle finestre la bandiera d’Italia e quella d’Europa.
Dopo che il drappo francese ha sventolato accanto a quello italiano, alle finestre di quei comuni amici del Presidente Francese Macron, nel bel mezzo dello scontro diplomatico apertosi tra Roma e Parigi – ora si aspira ad accostare tricolore e stelline, come forma di saluto a un nuovo “risorgimento del progetto europeo“. Del resto, l’Europa di Prodi – o almeno quella irreale a cui aspira – è “progresso, mediazione, unità, solidarietà, democrazia, mercato comune, ma soprattutto pace”, valori che potrebbero essere rappresentati, simbolicamente, proprio dalle bandiere.
L’iniziativa lanciata da Romano Prodi è arrivata questo giovedì presso la sede romana della Fondazione Buozzi. In un incontro a porte chiuse, l’ex Presidente del Consiglio ha fatto appello a una serie di associazioni – che hanno aderito all’iniziativa – tra cui tre sindacati confederali, ma anche Confindustria, Fondazione Achille Grandi, Koiné, L’Italia che verrà, Riformismo e solidarietà, Sant’Egidio, Acli e Mondoperaio.
“La bandiera Europea e la bandiera Italiana esprimono la nostra unità, a garanzia dell’inclusione di tutti; la solidarietà, cresciuta con convinzione nonostante le difficoltà”, ha detto Romano Prodi ai suoi seguaci dell’iniziativa. Ma anche “il progresso, realizzato con l’ingegno e il lavoro per tutti; la partecipazione, contro ogni deviazione del potere; la democrazia, per il futuro e la libertà delle giovani generazioni”. L’unione delle due bandiere è simbolo anche di pace, ottenuta con sacrificio e impegno, ha spiegato Romano Prodi, come riportato da La Stampa, un’unione “da mantenere e sviluppare con dialogo e rispetto tra tutti i cittadini e i popoli europei nell’interesse e per il beneficio dell’intero Universo”.
Una sorta di messaggio profetico, trasformatosi, poco dopo, in un manifesto risorgimentale. “Ovunque manifestiamo e sventoliamo il nostro saluto ad un nuovo risorgimento del progetto europeo, con fiducia nella capacità delle persone di costruire e non di distruggere, di elevare e non immiserire la cultura, il saper fare, la conoscenza, impegnati nell’avvenire contro ogni avventurismo e disimpegno”, questo il messaggio, abbastanza sulle nuvole, dell’ex Premier.
L’idea comunque non è nuova, visto che il professore ha sottolineato l’importanza delle elezioni europee che si terranno a maggio, fondamentali per il futuro dell’Italia. L’obiettivo è “riappropriarci dell’Europa come patria, visto che si deciderà se sceglierla o rifiutarla”.
Già giorni scorsi, a Napoli, l’ex Premier aveva parlato della questione, ribadendo la necessità di una maggiore coesione europea. “Per contrastare la potenza economica di Stati Uniti e Cina l’Europa ha solo una possibilità: rafforzarsi e diventare davvero un unico Stato”, aveva sostenuto Prodi, secondo cui l’unico modo per mantenere la propria sovranità, è proprio rafforzare l’unione. E visto poi che l’unione, sempre secondo lui, “si fa con esercito e moneta” – e visto che la moneta l’abbiamo già ora “manca un esercito europeo“. Un’idea semplice ed ingenua. Priva di ogni relazione concreta con la realtà, semplificata fino agli estremi. Un’idea da medioevo, illusoria e utopica. Allo stesso modo, priva di praticità, è l’idea di sventolare le due bandiere, come simbolo immediato e comprensibile di un’unione spirituale e ideologica.
E chi dovrebbe, poi, rafforzare questa unione? Il PD, dice Prodi, che ha lanciato un appello, giorni fa, l’ennesimo, per votare il suo partito del cuore. “Partecipate in massa all’elezione del nuovo leader della Sinistra”. Un leader che dovrà, ovviamente, avere un compito ben preciso: non disallinearsi dall’Europa. L’unico cambiamento possibile, infatti, può essere dato dal Partito Democratico, laddove per cambiamento si intende “tutto come prima”. Rapporti di forza invariati. Niente che si muove. Se non le bandiere che sventolano, solo a Sinistra, per l’aria brutta che tira.
Fonte: La Stampa