Matteo, affetto da leucemia, ora può tornare a scuola. In classe, infatti, i bambini sono tutti vaccinati.
Il tema dei vaccini obbligatori ha diviso l’Italia in due blocchi ben distinti e separati. Da una parte, quelli a favore dei vaccini; dall’altra, i cosiddetti ‘no vax’, coloro che decidono, per diversi motivi, di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni, trasgredendo di fatto ad un obbligo previsto dalla legge.
A questi, però, è importante aggiungere una terza categoria: coloro che hanno iniziato la procedura, ma non hanno completato i richiami. Una piccola precisazione che spesso ha comportato fraintendimenti e polemiche inutili.
Tra questi, si inserisce una vicenda accaduta a Roma, che ha come protagonista Matteo, il piccolo di 8 anni affetto da leucemia. Il bimbo, a detta dei genitori, non ha potuto far rientro a scuola perché in classe ci sarebbero stati bambini non vaccinati.
Tutto è iniziato quando la mamma di Matteo aveva contattato i genitori dei compagni di classe del bambino per chiedere loro la possibilità di visionare i libretti vaccinali dei piccoli. In questo modo, la donna avrebbe avuto la certezza che tutti gli alunni della classe fossero vaccinati per evitare complicanze al suo bambino, immunodepresso. I genitori degli altri bambini, però, si sono subito rifiutati, avvalendosi del diritto di rispettare la privacy propria e quella dei loro figli, come riportato dall’Ansa.
La mamma del piccolo affetto da leucemia ha percepito il rifiuto come una vera e propria conferma della presenza a scuola di genitori “no vax”. In poco tempo, la vicenda ha alzato l’ennesimo polverone sul tema vaccini e sulle reali motivazioni che avrebbero spinto gli altri genitori a non voler mostrare i libretti sanitari, come riportato da La Gazzetta di Parma.
Ma, come accade di solito, la verità è più semplice di quanto si pensi. Nella giornata di ieri, infatti, la questione è stata risolta. I sanitari dell’Asl Rm2 si sono recati nella scuola di Matteo per incontrare i genitori e il preside Anna Allerhand, in modo da chiarire la situazione.
Dalle diverse verifiche dei sanitari, è risultato che nella classe del bimbo malato non esiste nessuna posizione “no vax“. Sono stati registrati unicamente tre casi di bambini che devono ancora effettuare il richiamo vaccinale e un bambino che in un primo momento risultava privo di vaccinazione. Successivamente, è emerso che quest’ultimo, trasferitosi a Roma solo da qualche anno, aveva già ricevuto le dosi nella sua Regione di provenienza e la Asl romana non aveva ancora registrato la sua storia vaccinale dopo i trasferimento.
Ecco svelato, dunque, il mistero. Nella scuola romana nessun genitore ‘no vax’ e nessun bambino non vaccinato. Semplicemente un problema di errata comunicazione che ha portato i genitori a non comprendesi. Ora, il piccolo Matteo può tranquillamente tornare tra i suoi compagni.
Fonti: Ansa, Gazzetta di Parma
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