La decisione di Luigi di Maio di mettere al voto la questione del processo al Vicepremier Matteo Salvini ha creato malcontenti da parte delle opposizioni.
“La democrazia diretta è sempre stato un principio fondante del Movimento 5 Stelle”, ha scritto Francesco Silvestri, del partito pentastellato, per rispondere a tutte le critiche che da giorni si susseguono in merito alla votazione online sul caso Salvini. Invitando i suoi colleghi di partito, che non ne hanno condiviso il modus operandi, a dimettersi, Silvestri si è fatto portavoce della difesa e in una nota ha chiarito le cose, come riportato dall’Agi: “Anche sul caso Diciotti abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, che è esattamente quello che non hanno mai fatto le altre forze politiche. Per questo ci stupiscono le parole di alcuni parlamentari che oggi si lamentano per questa decisione”.
La decisione del leader del M5S, Luigi Di Maio, ha infatti portato scontenti anche all’interno dello stesso partito. Federico Pizzarotti, attuale Sindaco di Parma, si è espresso negativamente: “E con questa direi che le regole a cui non si deroga sono finite”. Ma le critiche vengono anche da fuori.
“Prima gli hanno lasciato la guida pur avendo preso il doppio dei suoi voti. Poi, dopo aver gridato per anni ‘onestà’, per Salvini hanno venduto pure l’anima, salvandolo dal processo”, ha scritto in un post su Facebook Laura Boldrini. L’ex Presidente della Camera ha mal digerito la decisione del M5S di mettere al voto online, sulla piattaforma Rousseau, il destino del Vicepremier Matteo Salvini. Quasi il 60% dei votanti si è detto contrario a mandare al processo quest’ultimo, accusato di sequestro di persona per i migranti a bordo della nave Diciotti.
Forse, è stato proprio il risultato a mandare su tutte le furie gli esponenti all’opposizione. “La storia del M5S al governo è ingloriosa quanto l’attaccamento di Di Maio alla sua poltrona”, ha continuato ancora la Boldrini, appoggiata da Nicola Frantoianni. Il Segretario nazionale di Sinistra Italiana si è così espresso sulla faccenda: “Non c’è più onestà, onestà. Per il Movimento 5 Stelle il Ministro Salvini è uno che vale per tutti. Con il voto di ieri il M5S cambia i suoi connotati e perde l’anima”.
E poi ancora Loredana De Petris, Senatrice di “Liberi e uguali“, ha detto che il voto della piattaforma Rousseau ha salvato Salvini, sottraendolo al giudizio della magistratura. “I vertici dell’M5S hanno deciso che si doveva difendere a tutti i costi il Vicepremier dal processo, e gli iscritti si sono uniformati”.
“Il governo val bene un’abiura“, continua la De Petris, “i pentastellati hanno consacrato un nuovo principio: purché facciano parte del loro governo, i Ministri possono agire al di fuori della legge”. Anche dal PD voci critiche. L’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha parlato invece di coerenza e di trasparenza: “Avrei ritenuto almeno dignitoso che una forza di governo dicesse chiara e tonda la verità. Dovrebbe essere più importante portare avanti i propri programmi che non assicurare un processo ad un alleato a cui è stato contestato un reato. Si chiama ragion politica”.
In difesa della decisione è intervenuto anche Riccardo Fraccaro, Ministro grillino per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia diretta. Fraccaro ha spiegato di aver “votato sì all’interesse pubblico e dunque no al processo, perché il vicepremier Matteo Salvini ha applicato sui migranti la linea condivisa da tutto il governo”.
La maggioranza – 30.948 votanti – ha, in fin dei conti, stabilito che il Vicepremier ha agito per interesse dello Stato. Le chiacchiere, a questo punto, sembrano superflue.
Fonti: Facebook Laura Boldrini, Agi