Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra essere diventato il vero oppositore del Governo giallo-verde e il vero amico di Macron e delle sinistre.
La pace fatta tra Parigi e Roma è passata per le mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ora, più che mai, sembra essere il vero punto di riferimento, e anche l’ultimo, per le sinistre. Il richiamo dell’ambasciatore francese, il 7 febbraio, da parte del Presidente francese Macron – seccato dall’incontro avuto tra Di Maio e un rappresentante dei gilet gialli – aveva aperto uno scontro diplomatico che non è durato a lungo. Visto che, il 16 febbraio, solo nove giorni dopo, Christian Masset ha fatto ritorno a Palazzo Farnese. Prima, però, l’ambasciatore ha fatto tappa al Quirinale, chiedendo allo stesso Mattarella di recarsi in visita ufficiale a Parigi, che ha accettato senza mezzi fronzoli.
Uno schiaffo francese, secondo alcuni, partito da mano italiana. Mattarella è lo stesso che ha ignorato totalmente il ruolo del Premier Giuseppe Conte, scavalcandolo e mettendosi in contatto telefonico con Macron per placare le acque. Quest’ultimo, a sua volta, ha sfruttato la cosa, giocando sporco e lasciando il Premier senza voce in capitolo sulla questione. L’episodio ha spinto a parlare di una “diplomazia segreta del Quirinale”. Sergio Mattarella, notano alcuni, sta diventando il nuovo riferimento dei leader internazionali, prima ancora del Premier e dei Vicepremier. Questi ultimi, in teoria, sarebbero i veri politici all’esecutivo. Di fatto, però, questo non accade.
Ad incrementare la tesi ci sarebbe anche il fatto che Mattarella non ha mai risparmiato le sue accuse, pur mandate sottobanco, al governo Conte. Il discorso di fine anno del Presidente, trasmesso su Rai1, canale 5 e su altre reti unificate, ne è una prova. Tra le righe del discorso del Capo dello Stato non è stato difficile leggere attacchi al Governo giallo-verde. “La vera sicurezza si realizza con efficacia preservando e garantendo i valori positivi della convivenza”. Un modo per dire: non solo legittima difesa e porti chiusi. “Nessuna tassa sulla bontà“, ha detto ancora il Presidente, con riferimento evidente al raddoppio dell’Ires per le associazioni no profit, inserito nella Manovra, su cui il governo ha poi fatto dietrofront. E ancora, il Presidente ha bacchettato il Governo per aver “costretto” il Parlamento ad approvare la legge di bilancio in fretta e furia, riferendosi al “mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte”.
Anche nel discorso di rito, tenuto dal Presidente della Repubblica in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria, Sergio Mattarella non aveva riservato parole di sostegno al Governo Conte. “Gli italiani hanno il dovere di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi”, disse. Il riferimento non è difficile da cogliere; la questione dei migranti teneva banco in quei giorni, così come gli sbarchi bloccati della Sea Watch, della Nave Diciotti, e dello sgombero del centro di accoglienza di Cara di Castelnuovo. Mattarella accostò la questione migranti a quella dei deportati. Ma non si possono accostare due situazioni tanto distinte nei connotati. Anche la storia del corazziere di colore, che ha accolto alla cerimonia il Vicepremier Matteo Salvini, era sembrata un simbolo per colpire le politiche in materia di migranti.
Il Vicepremier, tuttavia, ha più volte detto che “gli immigrati regolari e per bene che sono qua per costruirsi un futuro portando rispetto a una cultura che spalanca loro le porte sono i benvenuti”. Il problema sta nei costi, nella delinquenza, nell’immigrazione non controllata. Gli stranieri in Italia – alcuni, si intende – non sono inseriti, non entrano nel sistema e non agevolano. I migranti sono clandestini, i deportati non avevano nessun altra colpa se non quella di essere ebrei o di razza non tedesca.
Insomma, Mattarella che dovrebbe rappresentare e sentirsi rappresentato dal Governo, è invece diventato l’ultimo baluardo degli anti-sovranisti. La vera opposizione, sarebbe rappresentata proprio da lui, divenuto l’ultimo riferimento per l’ala di sinistra. Ma la storia si ripete, nulla di nuovo. Come il Presidente Eugenio Scalfari contestò le politiche del Premier Berlusconi, nel periodo del suo incarico – seguito a gran voce dal Presidente della Repubblica Napolitano – ora Mattarella si oppone al governo di coalizione giallo-verde. E lo fa, come sempre, con simboli, con parole sotto banco, con telefonate e inviti accettati come da protocollo. Lo scenario vede accostati da una parte i Presidenti di sinistra, dall’altra i sovranisti di lega legati, ora, al M5S. Eppure, lo Stato è lo stesso, e i voltafaccia non piacciono proprio a nessuno.
Chiara Feleppa
Fonte: Rai1