Sardegna, i pastori protestano. Salvini: “Il prezzo del latte va aumentato”

Sardegna, continua la protesta dei pastori per aumentare il prezzo del latte al minimo di un euro. Migliaia di persone scendono in piazza, ogni giorno, per dare supporto alla causa.

Salvini sostiene i pastori

Da 60 centesimi a un minimo di 1 euro al litro, è questo dove spero di arrivare questa sera e non mi alzerò dal tavolo sul latte fino a quando non lo ottengo“, ha detto così il Vicepremier Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione del Rapporto di Agromafie 2018, in merito alla protesta partita dagli allevatori in Sardegna.

Il latte di pecora e di capra dei pastori sardi viene infatti acquistato alle miseranda cifra di 55 centesimi al litro il primo e a 44 centesimi il secondo. Il latte, che rappresenta davvero il petrolio di Sardegna, è ormai sempre più sottopagato dalle industrie alimentari rispetto ad un lavoro, quello dei pastori, che comporta “sveglia alle 5 del mattino per la prima mungitura che sarà ripetuta nel pomeriggio per ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno”.

Venduto a 44/55 centesimi al litro, la cifra è meno della metà del prezzo minimo che i pastori vorrebbero giustamente riconoscersi, come riportato dall’Ansa. I ricavati delle vendite non riescono coprire i costi di produzione, né quelli di allevamento, né di alimentazione. “Tutto questo”, spiega la Coldiretti – Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti – “ha già portato alla chiusura di 12000 allevamenti nell’ambito di un settore, la produzione del latte ovino, considerato davvero il petrolio di Sardegna”. Si pensi che 3 milioni di quintali di latte sono destinati per il 60% alla produzione di pecorino romano.

Oggi, la manifestazione ha coinvolto anche la squadra del Cagliari che si è imbattuta nella protesta mentre era in partenza per una trasferta a Milano e che si è aggiunta ai pastori, sversando latte in segno di protesta contro il crollo del prezzo del latte, ormai pagato una miseria dall’industria della lavorazione. Una protesta che sta rapidamente infiammando tutta la Sardegna e che è indice di un’ingiustizia economica e sociale. La concorrenza sleale del mercati tenderà a coinvolgere anche il settore dei produttori agricoli, costretti a lasciare marcire i propri prodotti senza raccoglierli, piuttosto che svenderli.

Carlo Rienzi, il Predisente di Codacons, appoggia e sostiene la protesta sarda: “La forte alterazione del mercato nel settore del latte provoca danni non solo agli allevatori, ma anche ai consumatori e all’intero paese, attraverso una umiliazione del marchio “Made in Italy”. Ancora, continua Rienzi: “Oggi il prezzo del latte pagato agli allevatori viene fissato dall’industria alimentare, che impone il proprio strapotere obbligando i pastori a sottostare a condizioni indegne. Un ricatto inaccettabile che di fatto costituisce una alterazione del mercato, attraverso prezzi inferiori ai costi di produzione”.

Le multinazionali dell’industria del mercato agro-alimentare, nel mondo di oggi globalizzato, ancora più impersonali di un tempo, prendono sempre più controllo, umiliando il lavoro dei produttori sempre più sottopagato. Ad agevolare il tutto, le politiche di sinistra che in questi anni ha venduto l’anima ai mercati e alla finanza nazionale ed europea, piuttosto che proteggere e tutelare il mondo del lavoro, dei lavoratori e dei loro diritti.

Fonti: Ansa, Codacons

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