Il richiamo dell’ambasciatore di Parigi a Roma da parte del Presidente francese Macron ha aperto uno scontro diplomatico tra Francia e Italia. Ma cosa c’è dietro la sua decisione?
Perché mai il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, avrebbe deciso di richiamare per consultazioni il suo ambasciatore a Roma Christian Masset ?
Sembrerebbe quanto meno una reazione esagerata, quella di Macron, se non ci fossero altri motivi, rispetto a quelli ufficiali rilasciati dall’Eliseo. La Francia sarebbe da molti mesi oggetto di attacchi senza fondamento e dichiarazioni oltraggiose da parte dell’Italia: questo il punto di rottura diffuso dai comunicati. Ma qualcosa si nasconde sotto, qualcosa che a noi sembra non sia dato conoscere.
Le motivazioni ufficiali non tornano ed anzi appaiono più come dei contentini. Viene da chiedersi il perché di tante cose. Ad esempio: per quale strano motivo il presidente francese avrebbe dovuto sentirsi diplomaticamente offeso dalle “polemiche” del Viminale di ieri mattina sui presunti ritardi dei treni al confine per colpa della gendarmerie francese? Perché, ancora, l’incontro tra un capo politico, il Vicepremier Luigi Di Maio, e i rappresentanti di una forza politica d’opposizione, la lista Ric dei gilet gialli, avrebbe dovuto dar fastidio al governo Macron? E a cosa valgono le dichiarazioni del braccio destro di Di Maio, Di Battista, rispetto al servaggio economico che la Francia impone alle sue ex colonie?
D’altra parte, Di Maio e i suoi del M5S si sono sentiti offesi del fatto che Macron abbia scelto come suo interlocutore politico, in vista delle europee, il PD, attualmente all’opposizione. Del resto, il Presidente francese ha scelto come suo mediatore italiano quello più vicino alla sua linea politica, scendendo in campo a sostegno del PD e discriminando questo governo come una “lebbra populista”. Ma il polverone diplomatico innalzatosi con il richiamo dell’ambasciatore non si giustifica se anche prendiamo valide, come cause scatenanti, tutte e tre le motivazioni elencate sopra.
Queste eventuali cause, infatti, sono soltanto punti di vista o prese di posizioni legittime, che andrebbero semplicemente smentite, nel caso fosse possibile. Nulla a che vedere, comunque, con le offese diplomatiche. E non sono una valida base per reggere il polverone politico innalzatosi in questi giorni.
Magari, Macron ha solo difficoltà a confrontarsi con altri Paesi alla pari, visto che la Francia – non i francesi – è abituata a dialogare poco e niente, e solamente quando vuole, con i suoi cugini d’oltralpe. Non è comunque una motivazione sufficientemente ragionevole per giustificare il richiamo, che anzi pare essere solamente, dicono dall’opposizione, un’ipocrita scenata infantile da diva al tramonto, che mostra tutta la sua debolezza.
Se pensiamo poi che, nonostante la colonizzazione che la Francia continua a esercitare nelle sue ex colonie africane, tramite il servaggio economico, siamo noi, in Italia, a ricevere dalle Istituzioni francesi costantemente rifiuti a collaborare nella gestione dei migranti dall’Africa. Non dimentichiamo che la Francia ha contribuito a far aumentare esponenzialmente i bombardamenti in Libia nel 2011, trasformando quella terra in un inferno per migranti, respingendoli però alle frontiere. Salvo poi richiamare gli italiani per essere razzisti, solo perché il Governo giallo-verde non vuole farsi carico dell’eccesso di migranti, come invece è stato fatto in questi anni di disfacelo politico.
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