Achille Lauro: “Ho spacciato e rubato, ora voglio essere di esempio”

Achille Lauro, in gara al 69esimo Festival di Sanremo con il brano “Rolls Royce”, nasconde un passato difficile tra spaccio e rapine. Ma ora è cambiato.

Achille Lauro da Fabio Fazio - Leggilo

Uno dei guai di questo secolo è che la tendenza ad essere estroversi e diversi dagli altri, per sfuggire al pericolo dell’omologazione, si rovescia nel suo esatto opposto. Vale a dire che, quando si fa di tutto per distinguersi, si finisce per essere proprio uguali agli altri. Così, l’ostentazione, la particolarità, l’estroversione finiscono per non avere proprio nulla di originale e si trasformano in puro esibizionismo. L’apparenza disturba, il troppo storpia, e alla base, sotto i tatuaggi, sotto i vestiti strani e lo smalto sulle unghie, finisce per non esserci nulla.

E non è detto che Achille Lauro, in gara al 69esimo Festival di Sanremo, da poco conclusosi con un fiume di polemiche, non abbia nulla da dare. Ma a metterlo nei guai è stata anche l’immagine che si è costruito attorno – da divo fuori dagli schemi – che ha fatto in modo che, nel giudicarlo, si facesse due più due e si tirassero le somme.

Ma facciamo ordine. Achille Lauro è arrivato nono, un risultato non male, considerando che in gara ne erano 24. Ma la sua Rolls Royce è finita nel mirino di Striscia, che ha portato avanti una vera e propria inchiesta, in quanto il titolo farebbe riferimento proprio alle pasticche di ecstasy, chiamate così nel linguaggio comune. Il cantante ha sempre smentito, prendendosela con i giornali e con Staffelli stesso. Ma c’è anche chi lo difende.

Ospite a “Che Tempo Che Fa”, il programma condotto da Fabio Fazio su Rai1, Achille Lauro ha smentito di nuovo tutte le accuse di istigazione alla droga rivolte al testo della sua canzone. Fazio l’ha introdotto riservandogli un ingresso da vera e propria star. “La sua canzone mi è piaciuta moltissimo”, ha detto prima di farlo entrare. De gustibus. Poi, ha tirato in ballo il libro scritto dal cantante, Amletoha seguito l’esempio di Fabrizio Corona, forse – che parla di problemi del suo passato. E a scavare, nel suo passato, quello che viene fuori è un’adolescenza trascorsa tra furti, droga e rapine. “Da una vita che la vita me l’arrangio io, ho avuto 30 motorini, neanche uno mio“, è solo una delle frasi autobiografiche che si trova nei testi delle sue canzoni, che rispecchiano il contenuto del suo libro, a sua volta ispirato alla sua vita. Nel suo passato c’è anche lo spaccio. “Io vengo da zone difficili, ho avuto problemi come tutti, voglio essere un buon esempio per i ragazzi”, ha detto a Fabio Fazio.

Pare, però, che Lauro de Marinis – questo il suo nome di battesimo – sia cambiato e abbia trovato una retta via. “Parliamo della droga, la cosa più criminale, bisogna essere certi. Ho la responsabilità di quello che canto, è un argomento molto delicato, bisogna essere responsabili. Sarebbe stupido, criminale, da incosciente, sporcare un brano elegante”, ha detto prima di cantare il suo brano. E anche se non ci sono le prove che quello che abbia cantato sia davvero stato un inno alla droga, non si può negare, visto proprio il suo passato, che fosse a conoscenza della facile ambivalenza del titolo e del testo del suo brano.

Comunque, anche se Fabio Fazio ha augurato al cantante un futuro meraviglioso e pieno di successi, una carriera stellare pare essere lontana. Viene il dubbio, comunque, che l’ostentazione di una personalità forte e diversa dagli altri – smalto nero sulle unghie, tatuaggi sulla faccia, un chitarrista che suona con il ciuccio in bocca – nasconda in realtà l’assenza di personalità. Proprio come Sfera Ebbasta, del resto i due sono simili. E pare anche che il suo essere sia tutto un cumulo di cenere, così come la sua “Rolls Royce” appare un cumulo di parole vane, che lascia spazio ai doppi sensi e alle polemiche.

Chiara Feleppa

Fonte: Che tempo che fa

 

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